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Favola della domenica – L’acqua magica

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    C’era una volta una fontana da cui zampillava acqua magica. Chi vi si fosse immerso, sarebbe guarito da ogni male.

    Luciano e Francesca erano due amici di diciassette anni che desideravano bere di quell’acqua.

    Si prepararono accuratamente e, di mattino presto, zaino in spalla, si avviarono verso l’altipiano dove si trovava la sorgente miracolosa.

    Francesca accusava disturbi di respirazione mentre Luciano era afflitto da lancinanti mal di testa dovuti, lo sapeva bene, all’indifferenza della sua amica.

    “Credi che guariremo dai nostri mali?” disse Francesca prima di partire.

    “Lo spero. Io ho molta fiducia”.

    Imboccando il sentiero sterrato, Luciano domandò: “Come va il respiro?” .

    “Per ora bene. Tu?”

    “Ho già l’emicrania, ma sono sicuro che guarirò presto”.

    “Federico ha cercato in tutti i modi di dissuadermi dal partire”.

    “Mi sembra molto diffidente il tuo Federico…”.

    “Non chiamarlo ‘il mio Federico’. E’ il ragazzo di cui sono innamorata”.

    “Ne sei proprio sicura?”

    “Tu sei il mio migliore amico; dovresti saperlo”.

    “Non dubito del tuo amore, ma del suo”.

    Un tempio si ergeva sulla collina in lontananza.

    “Mancherà forse mezz’ora per arrivare, non credi?” disse Francesca, col respiro corto.

    “Con la nostra andatura, anche di più” rispose Luciano, che non vedeva l’ora di bagnare la testa per averne sollievo e, grazie alle preghiere alla divinità dell’acqua, convincere Francesca a innamorarsi di lui.

    Sostarono accanto ad una roccia. Un fiore meraviglioso dei colori dell’arcobaleno era cresciuto inaspettatamente tra le zolle del terreno riarso. Luciano lo considerò un buon auspicio.

    Arrivò un avviso di messaggio Whatsapp. Francesca si illuminò in volto.

    “E’ il tuo ragazzo che ti scrive, vero? Quando l’hai letto, hai cambiato espressione”  disse il suo amico, sconfortato.

    “Sì, è proprio lui”. Dopo un’accesa conversazione via sms, Francesca spense il cellulare seccata e accarezzò il fiore nato per incanto, unico e raro esemplare che avevano scoperto lungo il cammino. Come sempre, quando bisticciava con Federico, alla ragazza mancava il respiro.

    ‘Speriamo che l’acqua della fonte abbia il potere di rinsavire Francesca’ pensò Luciano avvertendo a sua volta una fitta micidiale alla nuca. Sapeva che Federico, ragazzo superficiale, la rendeva infelice. Al contrario, lui l’amava con tutto il cuore, da quando frequentavano l’asilo insieme.

    Arrivati sullo spiazzo, trovarono alcune indicazioni. Si avviarono verso la fonte. Accanto, c’erano  fontane ai cui augelli era possibile riempire i propri contenitori con l’acqua corrente.

    Si unirono ai gruppi che si avviavano verso le piscine coperte, distribuite in maniera regolare intorno al tempio. Sacerdoti addetti ai riti accompagnavano il cammino con canti e preghiere.

    I due ragazzi si divisero. Chi a destra, chi a sinistra. Le donne s’immersero una alla volta assistite da volontarie esperte nei rituali magici, gli uomini con lo stesso iter assistiti da giovani devoti.

    Nell’immersione, Francesca sentì un fuoco al petto che la fece boccheggiare. “E’ buon segno!” le dissero le volontarie.

    A Luciano, il contatto con l’acqua diede immediato sollievo e benessere.

    Rivestiti, si ritrovarono fuori dell’edificio sacro rinfrancati e sorridenti. Mai avrebbero immaginato di potersi sentire tanto allegri e leggeri.

    Si fermarono a un self-service. Mangiarono in quantità. Non vennero interrotti da messaggi Whatsapp. Anzi, in presenza del suo amico, Francesca scrisse a Federico: ”Tra noi è finita. Mi spiace ma sono certa di amare Luciano. Alla fonte magica siamo guariti dai nostri mali e siamo convinti che staremo per sempre bene insieme. Ti amo come un fratello. Francesca”.

    Maria Rosaria Fortini

     

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