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Favola della domenica – Onda su onda

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    C’era una volta una ragazzina di nome Alberta che amava trascorrere il suo tempo libero su una delle spiagge della sua isola.

    Raccoglieva conchiglie che il mare mosso aveva lasciato sulla battigia oppure camminava nell’acqua osservando i pesciolini che si riunivano attorno ai suoi piedi.

    Un giorno vide avvicinarsi verso riva un delfino. Procedeva fendendo l’acqua onda su onda. Alberta non si spaventò anche se era sola, in quel tiepido pomeriggio d’autunno.

    “Che cosa fai qui” gli chiese, “non ti trovi troppo vicino alla riva? Ti mancherà il respiro!”

    “Sono venuta per te. Ti guardo sempre da lontano quando raccogli conchiglie o passeggi pensierosa lungo la riva. Il mio nome è Serena e sono venuta ad allietarti. Sali sulla mia groppa”.

    Alberta non esitò e saltò con facilità sul suo dorso. Il delfino partì velocemente ed emise un verso  simile alla voce umana.

    “Noi siamo molto amici degli uomini” disse Serena fendendo con facilità e scioltezza i flutti “e con i bambini ci piace giocare e parlare”.

    Avvistarono un natante in lontananza, una barca, che veniva sballottata da onde molto alte. Il ragazzo che la manovrava sembrava in difficoltà.

    Serena emise un richiamo e presto apparvero un branco di quattro-cinque delfini che si diressero verso l’imbarcazione saltando e tuffandosi con eleganza.

    “Che cosa volete fare?” domandò Alberta che il mare bagnava con i suoi spruzzi salati.

    “Porteremo aiuto al naufrago”.

    Il ragazzo guardò i delfini con spavento ma presto due di loro si portarono al di sotto della barca e la sollevarono al di sopra dei flutti. Dopo poco tornarono tutti a riva dove l’imbarcazione con il suo passeggero si arenò.

    Il ragazzo sedette sulla sabbia accanto ad Alberta che, a sua volta, era scesa dal dorso di Serena. Il delfino la salutò accostando il muso al suo viso.

    I cetacei si allontanarono emettendo i loro caratteristici suoni e fischi mostrando amicizia e benevolenza. Poi ai due sembrò che iniziassero una gara di nuoto.

    “Io sono Stefano. Quando ti ho visto, mi è sembrato di vedere il dio Cupido. Ne esistono delle pitture” disse il ragazzo stendendosi al sole. “Sai, i delfini sono famosi già nell’antica mitologia… Come hai fatto a salirgli in groppa?”

    “E’ stato facile. Serena mi ha aiutato”.

    “Abbiamo vissuto una bella avventura io e te. Mi piacerebbe molto rivederli…”.

    “Proviamo a tornare qui tra qualche giorno; ci stai?”

    “Ma certo!”

    I due ragazzi tornarono alle loro case e s’incontrarono sulla stessa spiaggia tre giorni dopo. Intonarono una melodia come richiamo; il gruppo di delfini si avvicinò.

    I due ragazzi andarono loro incontro nell’acqua e poterono giocare insieme provando la gioia di stare con cari e vecchi amici e cavalcando allegramente il mare onda su onda.

    Maria Rosaria Fortini

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