Le rubriche di RomaDailyNews - Favola

Favola della domenica – Pamela in citta’

Più informazioni su

    C’era una volta una bambina di dieci anni di nome Pamela che viveva in una fattoria. Giocava con gli animali, aiutava i genitori ad arare la terra, a mietere, a seminare. Era come un gioco anche se, da quando frequentava la scuola, non aveva molto tempo libero.

    Avvenne che il papà trovasse lavoro in città. Si trasferirono da un giorno all’altro in un luogo a lei sconosciuto. Era curiosa, non aveva mai visto grandi centri abitati.

    Un bel giorno presero un treno, il pulmann e una macchina chiamata taxi per arrivare alla nuova abitazione cittadina.

    “Tra poco tempo potremo comprare un’automobile” disse orgogliosamente il papà guardando dal finestrino le vetture che sfrecciavano accanto al taxi.

    La mamma ne era intimorita e così Pamela che per la prima volta assisteva ad uno spettacolo straordinario. Si rivolse al padre: “Tu conoscevi la città. Perché non mi hai detto che c’era una tale confusione?”

    “A me piace. La vita di campagna dopo un poco viene a noia”.

    Pamela aveva portato con sé un canuccio che teneva sulle ginocchia: “Guarda Birretto” gli disse, “quanti palazzi, strade e persone si trovano in una città… Ti piace?”

    Birretto abbaiò. “Sì, ho capito, ne sei molto sorpreso anche tu”.

    “Non aver timore’ disse il papà a Pamela ‘ti ambienterai in fretta”.

    Il giorno dopo la ragazzina iniziò a frequentare la nuova scuola. C’erano tante aule, ragazzi allegri e ciarlieri e maestre ben vestite.

    Molti sguardi si posarono su di lei perché era una nuova alunna e perché veniva dalla campagna. Nonostante la gentilezza di tutti, si sentì subito a disagio.

    Ben preso iniziò a respirare male. L’aria aveva un cattivo odore e le opprimeva il petto.

    Sognava i sentieri dove poteva arrampicarsi sugli alberi e correre a perdifiato. In città, oltre a Birretto, vedeva pochi altri animali. Le piante, le dissero, si trovavano in un parco che distava due chilometri da casa sua.

    Un giorno, decise di fuggire di nascosto. Non voleva dispiacere ai genitori dicendo di essere infelice. Ne parlò a Birretto che, abbaiando, disse di essere d’accordo.

    Aveva deciso di raggiungere il parco di cui le avevano tanto parlato. Di pomeriggio, prese lo zaino della scuola, lo svuotò dei libri e lo riempì con qualche biscotto, acqua e i pochi spiccioli della paghetta. Silvano, un compagno, le aveva indicato la strada per arrivare alla sua verde meta. Portò con sé Birretto.

    S’incamminò di buon passo e, in poco tempo, i due arrivarono al cancello di una villa che si vedeva in lontananza. Tutt’intorno, alberi altissimi, cespugli fioriti, viali ben curati, uccelli canori che svolazzavano da un luogo ad un altro. Un paradiso.

    Pamela cominciò a respirare liberamente l’aria salubre dei tigli, delle magnolie, dei pini e dei mandorli in fiore. Era felice. Si trovava di nuovo nel suo ambiente. Perché, si chiedeva, gli uomini hanno costruito palazzi altissimi e strade piccolissime dove i bambini non riescono a giocare?

    “Ehi, ciao!” si sentì apostrofare. Alzò lo sguardo. Silvano si stava arrampicando con abilità su un ramo: “Anche tu qui invece che a casa?”. Pamela disse di sì. Birretto correva attorno all’albero abbaiando furiosamente.

    “Prendi il cane. Vorrei ridiscendere”. Il ragazzino saltò a terra e prese ad accarezzare il cane: “Come si sta in campagna?” le chiese.

    “Benissimo. Purtroppo qui non riesco ad ambientarmi”.

    “Pensi che le città sembrano tutte dormitori e che non c’è molto da divertirsi, vero?”.

    “Proprio così, e poi vanno tutti di fretta ed è difficile fare amicizie”.

    “Ti sfido a chi arriva per primo a quella panchina laggiù…”

    I due ragazzini cominciarono a correre seguiti da Birretto. Saltarono sui tronchi caduti, inseguirono uno scoiattolo e costruirono capanne con le foglie. Un divertimento pazzesco.

    Pamela cominciò a sorridere. Per il momento, la città non le ispirava più timore e scontento. Inoltre, aveva trovato un amico: “Vieni a trovarmi alla fattoria quando inizieranno le vacanze?” gli domandò.

    “Sicuramente! Birretto è troppo simpatico e sono sicuro che da te mi divertirò un mondo!”

    Giocarono ancora per molto tempo. Prima di tornare a casa, si giurarono amicizia eterna e fecero la strada di ritorno tenendosi per mano.

    Maria Rosaria Fortini

    Più informazioni su