No, Romano, no: il Pdl accantona i dissensi col Pd
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Sergio Romano sul Corriere della sera scrive di aver “sperato che il risultato inconcludente delle elezioni avrebbe costretto i maggiori partiti (quelli che hanno grosso modo programmi convergenti) ad accantonare i loro dissensi. Avrebbero dato al Paese un governo e al Movimento 5 Stelle lo spettacolo di una classe dirigente ancora capace di un soprassalto di orgoglio e buon senso. È accaduto esattamente il contrario. Nessuno è disposto a sacrificare qualcosa o a fare un passo indietro”. Sergio Romano, evidentemente, non ha avuto tempo di leggere negli ultimi giorni, dopo i risultati elettorali, i quotidiani. Solo così si spiega il fatto di aver messo sullo stesso piano il Pd e il Pdl (che lui non nomina, indicandoli soltanto come i maggiori partiti, che hanno programmi convergenti).
Riassumo la situazione politica a beneficio di Sergio Romano e dei lettori (quelli nostri e quelli del Corriere): il Pd rifiuta accordi col Pdl e li cerca con i grillini; il Movimento 5 Stelle rifiuta accordi con chiunque; il Pdl è disposto “a sacrificare qualcosa e a fare un passo indietro”, dichiarandosi pronto a trattare con il Pd per dare un governo al Paese. Insomma, il Pdl non merita il severo giudizio dell’ambasciatore, che va indirizzato soltanto alle due altre grosse forze parlamentari.