Il Tempo: “A Roma 6mila ricchi con la casa popolare”

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    «Sono ricchi, o quantomeno benestanti, ma hanno la casa popolare, peraltro in zone di pregio della Capitale. Sono seimila: inquilini dell’Ater che, tuttavia, hanno un reddito compreso tra 50 e 150 mila euro all’anno. Ma non è tutto. Tra loro ci sono anche quelli che non hanno mai pagato l’affitto, che risultano morosi da anni benché potrebbero permettersi un’abitazione ai valori di mercato. Si tratta dei primi riscontri della Commissione d’indagine messa in piedi dalla Regione per fare chiarezza dopo la ‘svendopolì romana su cui sta indagando la Procura e in cui è finita, a sorpresa, anche la governatrice Renata Polverini». Lo scrive su Il Tempo Alberto Di Majo. «Alcuni la casa l’hanno presa in affitto, altri sono riusciti a comprarla – continua il quotidiano -. Del resto molti immobili dell’Ater, l’istituto degli alloggi popolari, a Roma si trovano in zone di pregio, a due passi dal centro storico: Prati, Flaminio, Testaccio, Farnesina. Quanto ai prezzi non c’è competizione: in via Oslavia, a piazza Mazzini, tra gennaio e aprile 2007 sono stati stipulati tanti rogiti: una casa di 97 metri quadrati è stata comprata a 81 mila 567 euro, un’altra di 81 metri quadrati a 64 mila 200 euro, un’altra ancora di 110 metri quadrati a 111 mila euro. In via Andrea Doria, invece, un inquilino ha comprato un appartamento di 115 metri quadrati a 122 mila 800 euro. In via della Farnesina una casa di 74 metri quadrati è stata venduta ad aprile 2007 a 45 mila 494 euro. Nello stesso immobile l’Ater ha ‘regalatò un monolocale di 39 metri quadrati a 27 mila euro e uno di 42 a 31 mila euro. Stessa musica a Testaccio, uno dei rioni storici della città eterna. A piazza Santa Maria Liberatrice è stato venduto un appartamento di 68 metri quadrati a 46 mila 327 euro. Prezzi e metrature simili per altre case nello stesso palazzo. A via Bodoni, sempre a Testaccio, un appartamento di 66 metri quadrati è stato venduto il 13 giugno 2007 a 43 mila 700 euro, un altro di 72 metri a 48 mila e 100 euro. Sulla Flaminia, altezza via di Grottarossa, nel 2006 è stata venduta una casa di 100 metri quadrati a 65 mila 900 euro. San Giovanni: in largo Magna Grecia un appartamento di 104 metri quadrati è stato acquistato a 109 mila 166 euro. Ma questi sono soltanto alcuni casi. Nel 2009 e nel 2010 sono stati venduti altre mille abitazioni dell’Ater a prezzi sottocosto, stabiliti in base ai valori catastali o a stime dell’Agenzia del territorio di una ventina d’anni fa. Ovviamente li hanno comprati anche inquilini che avevano tutti i requisiti, che vivevano in quegli appartamenti da generazioni e che hanno usufruito del diritto di prelazione e delle riduzioni previste. Ma tanti altri no. Tanti altri sono riusciti, non si sa bene come, a fare l’affare. E, a quanto pare, lo sapevano in tanti e da anni visto che l’ex presidente dell’Ater, Luca Petrucci, è stato il primo a dare l’allarme alla Regione guidata da Marrazzo e a chidere di cambiare la legge che assegna le abitazioni. Ma le norme sono rimaste le stesse e i controlli pochi. Fino allo stop delle ‘svenditè. Poi è scoppiata la bufera sulla Polverini, che avrebbe vissuto per una quindicina d’anni (fino al 2004) in una casa dell’Ater a San Saba assegnata al marito. Lei, che non abita più lì da alcuni anni, ha rimandato le critiche al mittente e ha difeso il marito. Ora toccherà alla magistratura fare chiarezza. I pm Ilaria Calò e l’aggiunto Alberto Caperna hanno acquisito documenti dal 2004. Analizzeranno leggi, richieste, vendite, aste e dichiarazioni dei redditi anche delle dismissioni immobiliari del Comune di Roma e delle Ipab regionali»

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