A spasso per i rioni: Trastevere

Tra tutte le meraviglie della città di Roma, c’è un quartiere che ancora oggi riesce a regalare infinite e continue sorprese semplicemente passeggiandovi al suo interno, di giorno o di notte: il rione Trastevere.

trastevere

Come mai si chiama proprio così? Per la sua collocazione, il suo essere “trans Tiberim”, e cioè al di là del fiume Tevere, rispetto a quello che in epoca romana era il centro cittadino. Sì perché Trastevere ha origini molto antiche: scelto da genti e popoli provenienti principalmente dall’Oriente, divenne un popoloso quartiere residenziale per mercanti e commercianti nella parte bassa, mentre sul colle alle sue spalle, il Gianicolo, i ricchi patrizi fecero costruire sontuose domus con giardini, come per esempio i celebri Horti in cui Giulio Cesare ospitò – sembra – l’affascinante Cleopatra!

Questo suo aspetto residenziale diventò ben presto la principale caratteristica del quartiere: ancora oggi, passeggiando tra i suoi vicoli, le sue disordinate stradine e le sue incantevoli piazze, è possibile ammirare tutto il suo caratteristico e stratificato fascino, ricco di storia.

Ieri come oggi, cuore del rione è piazza di Santa Maria in Trastevere. Qui i colori e la raffinatezza dei mosaici medievali presenti sulla facciata dalla Basilica, da cui la piazza prende il nome, testimoniano da soli la lunga vita del rione. La Basilica infatti, edificata – almeno secondo la tradizione – da papa Callisto I già nel III secolo d.C., detiene un particolare primato: è tra le basiliche mariane più antiche della città! Sistemata più volte, assunse il suo aspetto attuale grazie all’aggiunta del portico seicentesco di Carlo Fontana, sulle cui parteti si trovano oggi preziosi resti di antiche lapidi e decorazioni marmoree, ma che fino alla fine dell’Ottocento ospitavano le armi dei bulli che decidevano di cambiare vita.

Molto frequentata e sempre affollata è invece piazza Trilussa. Incanta per maestosità, la straordinaria quinta scenografica del fontanone posto in cima alla scalinata e voluto da papa Paolo V Borghese a inizio del 1600. Ma lo sapete che questa fontana nulla ha a che fare con la piazza? Infatti è stata qui posta solo alla fine del 1800 quando, durante i lavori per la realizzazione dei muraglioni del Tevere, la zona intorno all’ospizio dei Centopreti di via Giulia, a cui il fontane era in origine addossato, fu completamente stravolta. Passa quasi inosservata invece la statua in bronzo del grande poeta romanesco Carlo Alberto Salustri, meglio noto com Trilussa, raffigurato mentre legge i versi di una sua celebre poesia: “Mentre me leggo er solito giornale spaparacchiato all’ombra d’un pajaro, vedo un porco e je dico: – Addio, majale! vedo un ciuccio e je dico: – Addio, somaro! Forse ‘ste bestie nun me capiranno, ma provo armeno la soddisfazzione de poté dì le cose come stanno senza paura de finì in priggione”.

Se però si sceglie di addentrarsi all’interno del rione, le soprese e le scoperte diventano davvero straordinarie! Basta infatti superare viale di Trastevere, la grande via aperta dopo l’Unità d’Italia, che di fatto taglia a metà il quartiere, per raggiungere l’anima più vera e autentica della zona: qui tra vicoli e piazzette è possibile assaporare tutto il gusto della Roma che fu. Basterà percorrere via della Lungaretta – tratto di una lunga strada rettilinea realizzata nel 1500 da papa Giulio II della Rovere e così chiamata perché più breve di via della Lungara – per raggiungere piazza in Piscinula, così chiamata per la presenza di uno stabilimento con vasche e piscine in epoca romana. Sulla piazza si affacciano le quattrocentesche Case Mattei, realizzate inglobando edifici del 1300, già possedimenti della potente e ricca famiglia che viveva in città, occupandosi di mantenere l’ordine pubblico. Sembra infatti che il capostipite, Matteo Mattei, abbia ricoperto l’importante carica di “guardiano dei ponti e delle ripe” per il Vaticano, organizzando i flussi di pellegrini che da Porta Portese si dirigevano verso San Pietro, e che parte della sua ricchezza sia derivata proprio dai pedaggi “extra” che venivano richiesti ai viaggiatori! Merita poi una particolare menzione Vicolo dell’Atleta, così chiamato per la scoperta avvenuta intorno alla metà del 1800 della statua dell’atleta detto Apoxyomenos, conservata oggi ai Musei Vaticani. In precedenza però, era noto come Vicolo delle Palme, per la presenza di questi particolari alberi, simbolo della Giudea. Era questa infatti l’area in cui viveva la comunità ebraica prima di trasferirsi dall’altro lato del Tevere ed effettivamente, proprio qui, si può ammirare una incantevole casetta medioevale che sembra abbia ospitato nel 1200 una sinagoga. Ed osservando attentamente la palazzina, si nota infatti che sulla colonnina centrale dell’arcata, vi sono scolpite proprio alcune lettere dell’alfabeto ebraico!

Molti altri sono i vicoli e le piazze che meriterebbero una menzione, come per esempio piazza Sant’Egidio, piazza dei Mercanti, via dell’Arco dei Tolomei, via di Porta Settimiana, via della Scala e Vicolo dei Cinque. Ma il bello di Trastevere è andare alla sua scoperta anche da soli, no?

Autore: L’Asino d’Oro Associazione Culturale