Coronavirus: Lazio, +40% donazioni sangue

 ‘Ma chiamate prima di venire’

Roma – E’ giusto, e molto utile oltre che un bellissimo gesto, donare sangue. Ma deve necessariamente esser fatto con criterio. Ha colto nel segno nel Lazio l’appello di istituzioni, autorità e personaggi pubblici e politici a recarsi in uno dei tanti centri trasfusionali della regione per donare il sangue, più necessario che mai in questo momento per far fronte all’emergenza sanitaria per il coronavirus che ha portato all’aumento delle richieste di sacche, molte delle quali probabilmente saranno inviate nei territori del Nord più colpiti dalla pandemia.

“Il numero di donatori negli ultimi giorni e’ aumentato di molto”, spiegano medici e infermieri dell’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di via Cassia, a Roma. A livello regionale in un solo giorno il dato e’ salito di oltre il 40%. Il problema, pero’, e’ che in molti, spinti dalla volontà di dare una mano, si presentano al centro senza aver prenotato: non si stanno per ora creando lunghe file, ma le scorte stanno aumentando e ogni sacca può essere conservata per un massimo di 42 giorni.

Ecco perché si invitano i cittadini a chiamare al numero della clinica di riferimento per concordare una data: “Qui siamo pieni di appuntamenti fino almeno al 24 marzo, ma a chi chiama stiamo chiedendo di aspettare aprile, o in caso anche maggio, per far fronte a eventuali aumenti della domanda di sangue”, dicono sempre dal San Pietro. Questo perché ogni donatore può presentarsi massimo una volta ogni sei mesi, che possono scendere a tre per gli uomini, ed e’ necessario perciò scaglionare le donazioni.

“Il primo messaggio che voglio dare e’ quello di ringraziare tutti i donatori per la risposta pronta e l’estrema sensibilità dimostrata, e’ stata una risposta veramente molto significativa”, ha detto all’agenzia Dire la dottoressa Stefania Vaglio, responsabile del Centro raccolta sangue del Lazio. Solo tra ieri e oggi, ha annunciato, “le donazioni sono aumentate di oltre il 40%, il problema e’ che dalla prossima settimana questo numero andrà diminuendo, dopo l’impeto iniziale, e bisogna quindi coordinare il flusso”.

Ai donatori, ha spiegato Vaglio, “chiediamo di coordinarsi con i servizi trasfusionali su appuntamento anche per le prossime settimane, per consentire un servizio trasfusionale che assicuri sempre sangue fresco: se 10mila donatori si presentassero tutti oggi ci sarebbe il rischio di non utilizzare tutto il sangue in 42 giorni, il tempo massimo di conservazione delle sacche, e non credo purtroppo che alla fine di questo periodo l’emergenza sara’ completamente risolta”.

Infine “un grazie a tutti donatori e al loro entusiasmo, perché tanti di coloro che sono venuti a donare sono rimasti piacevolmente stupiti da una procedura che non credevano cosi’ semplice: ci sono stati moltissimi primi donatori, il che ci fa ben sperare per una fidelizzazione, con moltissimi giovani pieni di voglia di reagire per fare qualcosa e sentirsi parte attiva nella risoluzione dell’emergenza”, ha concluso la dottoressa.

Per quanto riguarda le autocertificazioni da fornire alle autorità per gli spostamenti da casa, la donazione del sangue rientra tra le “situazioni di necessita’” individuate dai dpcm degli ultimi giorni: alla fine della donazione il medico consegnerà una certificazione di avvenuta donazione per potersi allontanare dal luogo di donazione, mentre per il viaggio d’andata e’ possibile stampare e portare con se’ un’apposita certificazione elaborata dalla Regione (disponibile al link http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_news/donazione_sang ue_emergenza_covid_19.pdf) da mostrare a un eventuale controllo delle forze dell’ordine. Per conoscere i centri piu’ vicini e per ogni informazione, compresi i numeri di telefono per prenotare, basta visitare il portale dedicato (https://www.salutelazio.it/donare-il-sangue) messo a disposizione dall’amministrazione regionale.