Covid – Cure gratis a casa assicurate dal Comitato di Grimaldi

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    Nuova speranza per i malati di Covid assicurata dai medici del comitato per l’assistenza domiciliare – Intervista esclusiva all’avvocato Erich Grimaldi –

    Comitato Assistenza Domiciliare Covid: quattro parole che rappresentano una nuova speranza per gli italiani travolti dalla pandemia.

    L’idea di medici pronti ad intervenire al domicilio dei pazienti, ai primi sintomi del virus, in tutta Italia, con un loro protocollo terapeutico di medicinali sperimentato, sembrava una chimera. E invece, l’avvocato Erich Grimaldi, dopo averla genialmente avuta, l’ha immediatamente tradotta in realtà, aprendo sedi, punti di contatto ed un sito apposito terapiadomiciliare.org, con medici esperti in prima linea, in tutto il territorio nazionale.

    Ed in un momento di grande confusione e di assenza della Sanità pubblica e delle Istituzioni, tali Comitati aiutano la gente ad avere meno paura del virus e traducono, nel concreto, tutti quei sentimenti di fratellanza, di partecipazione e di solidarietà che dovrebbero rappresentare le basi portanti della nostra umanità.

    Per saperne di più, abbiamo voluto intervistarlo.

    1) Il Comitato è presente per rispondere alle richieste di supporto in ogni regione e come si attiva in caso di bisogno?

    Abbiamo un sito web, www.terapiadomiciliarecovid19.org, dove viene spiegato chi siamo e cosa facciamo, per aderire al Comitato, sia da liberi cittadini interessati a partecipare alle nostre istanze sia da medici o specialisti. In caso di necessità, per ottenere supporto, si richiede l’iscrizione al Gruppo Facebook (aprendo il seguente link  https://www.facebook.com/groups/terapiadomiciliarecovid19/ ), aderendo al regolamento del Gruppo e inviando infine per mail la richiesta.

    A quel punto i moderatori del Gruppo indirizzano la persona al medico di riferimento che li contatta in privato, con successiva video chiamata, onde assisterlo a distanza. Se necessario ed abbiamo un riferimento in zona, si procede con la visita domiciliare.

    Analogo discorso, se il paziente richiede assistenza di un terapista ovvero psicologo o psicoterapeuta.

    2) Sono gratuiti intervento dei medici del Comitato e somministrazione dei medicinali mirati?

    Assolutamente sì, si tratta di medici e specialisti del Servizio Sanitario pubblico o liberi professionisti, i quali hanno scelto, in scienza e coscienza, di fornire supporto a tutti coloro che, dal territorio, dalle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) e dal proprio medico di base non ricevono il doveroso e necessario riscontro o che sono lasciati senza un’adeguata terapia ai primi sintomi.

    3) I medici del Comitato seguono l’intera fase della malattia sino alla cessazione della positività dal virus del paziente e/o anche nella fase dell’eventuale suo ricovero ospedaliero?

    Certamente, la valutazione delle terapie è ad personam ed ogni paziente riceve assistenza continua e puntuale sino alla negativizzazione dal virus.

    Il medico di riferimento del Comitato cerca sempre una collaborazione ed un confronto con il medico curante del paziente, supportandolo, se occorre, per attivare le USCA  (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), ove funzionanti a regime. 

    4) Può chiarirci quali siano state a tutt’oggi tutte le diversificate attività in concreto svolte dal Comitato?

    Il Comitato ha inviato istanze di accesso agli atti ad alcune Regioni, onde chiedere la rendicontazione dei fondi stanziati per le USCA, nonché i dettagli sulle visite domiciliari effettuate ed i motivi dell’omessa implementazione. Il Comitato, altresì, che conta un consiglio scientifico, formato da medici e professori universitari, ha sollecitato ad AIFA e Ministero della Salute la sperimentazione di alcuni farmaci, come ivermectina e colchicina, utilizzati da tempo, in altri paesi, con successo, in fase precoce, così come aveva chiesto, nel mese di dicembre 2020, l’immediata sperimentazione degli anticorpi monoclonali, senza attendere l’EMA. Da ultimo ha invitato e sollecitato il centro trasfusionale sangue e le singole Regioni ad una raccolta più adeguata e capillare del plasma iperimmune, invitando, nel contempo, i nosocomi ad utilizzarlo nei primi giorni dal ricovero nei reparti di degenza.

    5) Lo schema terapeutico di terapia domiciliare precoce messo a punto dalle tante esperienze sul campo e adottato dal vostro Comitato ha ottenuto validazioni o riconoscimenti qui in Italia o in altri paesi?

    Lo schema terapeutico di terapia domiciliare precoce, redatto da oltre 200 medici dei territori e specialisti, secondo le proprie evidenze ed esperienze, è stato condiviso anche negli Stati Uniti dal dr. Harvey Risch, MD, PhD, Professor of Epidemiology in the Department of Epidemiology and Public Health at the Yale School of Public Health and Yale School of Medicine USA e dal dr. Peter A. McCullough, MD, MPH President Cardiorenal Society of America, Phoenix AZ USA Internal Medicine, Cardiology, Dallas TX USA.

    Lo schema, altresì, è stato richiesto da medici peruviani, boliviani, colombiani, cileni, greci, senegalesi e della Tanzania.

    6) L’idea eccezionale da lei avuta di predisporre ed offrire un kit salvavita di medicinali al loro domicilio ai pazienti è già operativo ed in che cosa concretamente si traduce?

    Il Kit salvavita è un’idea che lanciai già in occasione della prima ondata, ma è ovvio che dovrebbe essere compito delle istituzioni inviarlo al domicilio dei cittadini, con saturimetro e farmaci da utilizzare, solo previo consulto del medico nell’ipotesi di positività con sintomi.

    7) Può spiegarci il motivo per cui la Sanità pubblica, gli operatori istituzionali e la stessa politica invece di giovarsi e di utilizzare una organizzazione come la vostra si mostra indifferente alla vostra attività e quasi la ostacola?

    Siamo persuasi che, all’inizio della pandemia, l’emergenza e la necessità di salvare vite abbiano portato ad una concentrazione delle risorse e dell’attenzione sugli ospedali, dove migliaia e migliaia di persone si sono riversate per essere curate, a fronte di un’indicazione per la medicina generale di “vigile attesa” che, purtroppo, non ha aiutato i pazienti e tanto meno gli stessi ospedali a contenere agevolmente la malattia. L’iniziale diffidenza è presumibilmente dovuta alla circostanza che siamo ormai abituati a vedere il medico di base, in modo errato, come un mero dispensatore di ricette e indicazioni per patologie “semplici”, quali il raffreddore e l’influenza, dimenticando quanto sia invece fondamentale la rete di medicina territoriale in una situazione come l’attuale.

    Oggi siamo certi che le Istituzioni si siano accorte di quanto accaduto e vogliamo essere fiduciosi del fatto che accoglieranno le nostre istanze e le nostre segnalazioni che, come evidenziato dal mese di marzo 2020, non sono altro che uno strumento per combattere in prima linea e precocemente il Covid.

    8) Perché le emittenti televisive pubbliche e private, invece di informare correttamente i privati della vostra esistenza, aiutando le famiglie colpite dalla malattia in questa fase delicata della loro vita, hanno adottato la politica del silenzio ed evitano di invitarvi alle loro trasmissioni?

    Qualcosa ora è cambiato, Rete4 ci ha dato voce, così come Rai 3 e altre emittenti regionali, anche se meritiamo più spazio televisivo sui canali nazionali. Inizialmente è stato un momento complesso, non comprendiamo come mai le medesime trasmissioni, a fronte di agenzie di stampa pubblicate già a maggio, così come a fronte di esaurienti servizi giornalistici su Repubblica e Panorama, abbiano invece evitato di trattare l’argomento. Forse perché in quella prima fase era rischioso pensare di parlare di possibili soluzioni quando illustri rappresentanti della medicina e della ricerca, concentrati su altri fronti, hanno fatto sì che nessuno potesse pensare ad altre soluzioni. Auspico altre occasioni per poter spiegare ai cittadini, in modo adeguato e tranquillizzante, come potrebbe essere affrontata la malattia, in particolare al manifestarsi dei  primi sintomi, anziché cercare di terrorizzarli.

    9) Lei non può citare ai nostri lettori i medicinali adottati dal protocollo perché farebbe una pubblicità poco consona a favore di taluni farmaci rispetto ad altri. Può quanto meno indicare le diverse fasi previste dal protocollo e menzionare genericamente la composizione dei farmaci da adottare?

    Sono tre le fasi, una per i positivi pressoché asintomatici, una per i sintomi lievi ed una per i sintomi più severi. Non è solo una questione di pubblicità, evitiamo di dare conto dei farmaci per prevenire pericolose automedicazioni e perché, a fronte degli schemi terapeutici con combinazioni di farmaci previsti e approvati dal sistema sanitario nazionale, ogni paziente è diverso e la cura va tarata dal medico sul singolo paziente. I medici del Comitato consigliano sempre di conservare in casa almeno un antinfiammatorio, un antibiotico, un cortisonico e l’eparina. Alcuni di questi farmaci, però, devono essere prescritti dal medico curante e, comunque, ci deve essere sempre un consulto del professionista per la somministrazione.

    10) Quante probabilità ha il prof. Cavanna, il fiore all’occhiello dei vostri Comitati, di essere inserito nel Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Sanità? Ha qualche riscontro dai politici alla proposta da voi avanzata al nuovo Governo? 

    Vogliamo pensare che la possibilità sia concreta, perché significherebbe portare al tavolo dei tecnici, il contributo di una persona che rappresenta il lavoro di centinaia di colleghi, con risultati straordinari, una persona pronta a fornire il proprio vissuto e la propria esperienza al paese, con riferimento sia alla medicina territoriale che a quella ospedaliera. Ad oggi possiamo ritenere che la nostra proposta sia al vaglio ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro.

    11) Concludiamo con una nota positiva chiedendole di indicarci la statistica numerica dei casi di interventi effettuati, delle guarigioni conseguite e dei decessi avvenuti.

    La raccolta dei dati completa deve passare per un formale recepimento ed una approvazione degli stessi da parte delle Istituzioni a ciò preposte. Posso però fornire un dato indicativo di tendenza estrapolato dalle relazioni valutate su un gruppo di circa soli dieci medici, cioè di come su 906 pazienti curati con il nostro schema terapeutico e/o comunque con un approccio precoce, vi siano stati unicamente due ricoveri e due decessi, da marzo ad oggi.

    Sono diverse centinaia, in ogni caso, i pazienti guariti sul Gruppo Facebook perché assistiti precocemente ai primi sintomi.

     Pier Francesco Corso

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