Covid – Il protocollo anti-contagio che nessuno divulga

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    Covid – Il protocollo univoco anti-contagio che nessuno divulga e certifica –

    Disappunto e contrarietà sulla pandemia per tutti gli italiani, ormai agli arresti domiciliari da troppo tempo. Una costante, questa stizza giornaliera della nostra gente, attivata per lo più via etere, non solo per le gelide elencazioni di numeri di infetti e decessi, ma in particolare per gli alterchi e per le dichiarazioni, sempre più contraddittorie e disinformanti, sulle cautele anti contagio Covid da adottare.

    Il tutto, ovviamente, ben orchestrato a causa dei loro gravi disordini mentali, ad opera di scienziati, biologi, medici, tuttologi e, come se già non bastasse, anche da impreparati, improvvisati commentatori, politici e non.
    Se vuoi combattere il nemico e provare a vincerlo, devi conoscerlo bene. Così viene riportato nelle frasi celebri contenute nel libro dell'”Arte della Guerra”.

    Inevitabile, quindi, per contrastare il pericoloso avversario, chiedersi quanti di noi conoscono bene il nemico Covid? Quasi nessuno, la triste risposta.
    Indispensabile, allora, approfondirne la sua conoscenza, anche strutturalmente come virus, ed apprenderne gli strumenti utilizzati per diffondersi e trasmettersi.

    Proviamo ora noi a creare un protocollo univoco di cautela anti-contagio Covid, riprendendo e unificando tutte le indicazioni più convincenti e razionali fornite da numerose università di medicina europee.

    Il virus Covid-19 non è un organismo vivente. È invece una molecola proteica (DNA-Acido Desossiribonucleico), coperta da uno strato protettivo di lipidi (grassi) che, se assorbito dalle cellule della mucosa oculare, nasale o della bocca dell’individuo umano, modifica il loro codice genetico (mutazione) e li converte in cellule di moltiplicatori e aggressori.

    Non essendo, quindi, un organismo vivente ma solo una molecola proteica, il virus non può venire ucciso, ma muore e si autodistrugge da solo. Il tempo della sua autodistruzione dipende dalla temperatura esterna, dall’umidità circostante al suo habitat e dal tipo di materiale in cui si trova a proliferare.

    Il virus è molto delicato e fragile; la sua unica protezione è un sottile strato esterno di grasso. Ecco, allora, spiegato perché qualsiasi sapone o qualsivoglia detergente risulta il miglior strumento di protezione contro di lui.

    Si devono lavare le mani prima e dopo aver toccato la mucosa, il cibo, le serrature, le manopole, gli interruttori, i telecomandi, i telefoni cellulare, gli orologi, i computer, le scrivanie, la TV e, soprattutto, quando si usa il bagno.
    La schiuma del sapone o del detergente, infatti, frantuma e disintegra il grasso (ecco il motivo per cui si richiede di strofinare a lungo, per almeno 20 secondi o più, e di creare molta schiuma). Disintegrando lo strato di grasso, la molecola proteica si disperde e si scompone da sola.

    Il calore, a sua volta, scioglie anche lui il grasso che lo ricopre. Occorre, quindi, per neutralizzarlo usare acqua a temperatura superiore ai 25 gradi centigradi per lavarsi le mani, per pulire e sciacquare i vestiti e tutto quanto di altro possa essere stato contaminato. In aggiunta, sempre sull’acqua, va considerato anche che l’acqua calda produce più schiuma e che ciò la rende ovviamente ancora più utile ed efficace al nostro scopo contro il virus.

    Altro strumento molto efficace di cautela e di aggressione al virus è l’alcool o qualsiasi miscela contenente alcool superiore al 65% (quindi niente whisky o vodka da adoperare, perché il loro contenuto di alcool è percentualmente inferiore al livello occorrente per distruggere il grasso del virus). Anche l’alcool, infatti, scioglie e dissolve qualsiasi tipo di grasso, in particolare, quindi, per quanto ci concerne ed interessa lo strato lipidico esterno del virus.

    Altro strumento efficace, da poter utilizzare contro il nostro invisibile nemico, è quello composto da qualsiasi miscela contenente 1 parte di candeggina e 5 parti di acqua, cocktail miscelato in grado anch’esso di dissolvere direttamente la proteina. scomponendola dal suo interno.

    Sembra impossibile a credersi, ma anche l’acqua ossigenata, quella utilizzata per disinfettare le piccole ferite, è in grado di aiutare, e molto, dopo il sapone, l’alcool ed il cloro. Infatti, il perossido contenuto al suo interno, dissolve anch’esso le proteine ​​del virus, tenendo però presente l’avvertenza che l’usarlo puro e in modo continuativo può far male alla pelle dell’utilizzatore.

    Da escludere rigorosamente, inoltre, tra i mezzi di cautela da adoperare contro il nostro invisibile nemico i “battericidi”, cioè gli antibiotici. Il virus non è, come già in precedenza segnalato, un organismo vivente come i batteri e, quindi, non si può annientare ed abbattere con tali strumenti medicinali.

    Aggiungiamo, prima di concludere, altre piccole ma utilissime avvertenze al sintetico protocollo cautelativo anti virus sin qui redatto.

    È importante non scuotere mai abiti, lenzuola o indumenti usati o lasciati inutilizzati. Il virus, infatti, mentre è posato ed attaccato ad una superficie porosa, è molto inerte e si disintegra solo dopo 3 ore (tessuto e poroso). Ma valutiamo la sua tempistica di disintegrazione sulle altre superfici: dopo 4 ore si scompone se è adagiato su di una superficie a base di rame (essendo il rame di per sé un naturale antisettico); stessa tempistica di disintegrazione anche per il legno (perché rimuove tutta l’umidità e non la lascia staccare); 24 ore sul cartone; 42 ore su qualsiasi tipo di metallo, meno il rame; ed infine 72 ore su oggetti a base di plastica.

    Da tener presente, poi, che se si tenta di scuoterlo dalle superfici sulle quali è adagiato o se si usa uno spolverino per rimuoverlo, le molecole del virus iniziano a galleggiare nell’aria per un periodo massimo di 3 ore, tentando nel loro vagare di depositarsi nel naso di chi tenta di farne pulizia.

    Da considerare, ancora, che le molecole virali rimangono molto stabili nel freddo esterno o in quello prodotto artificialmente, come i condizionatori d’aria nelle case e nelle automobili. Hanno anche bisogno di umidità per rimanere stabili e soprattutto di oscurità. Pertanto, ambienti deumidificati, asciutti, caldi e luminosi lo degraderanno più rapidamente ed in modo completo.

    Le applicazioni a luce ultravioletta (UV), a loro volta, sono anch’esse utilissime per disintegrare la proteina del virus. Ma non vanno utilizzate sulla pelle umana, perché potenzialmente dannose per la salute, ma risultano utilissime ed efficacissime per provvedere ad una perfetta disinfezione delle mascherine multiuso protettive adoperate.

    Ultime considerazioni da aggiungere al protocollo sin qui stilato. Il virus non può passare attraverso la pelle umana sana. Pertanto, la cura della pelle e di quella delle mani è essenziale ed occorre, quindi, con continuità, umidificare le mani secche lavandole il più spesso possibile, perché le molecole del virus possono nascondersi nelle microrughe o nei tagli della pelle delle mani adoperate e sotto stesse unghie se lasciate troppo lunghe. Più densa sarà la crema idratante del sapone utilizzato, più alta sarà la protezione che si riuscirà ad ottenere.

    Ultima precisazione importante da tenere a mente: più lo spazio è limitato, maggiore sarà la concentrazione del virus. Più aperto o ventilato sarà tale spazio, meno concentrazione del virus vi sarà.

    Queste tutte le avvertenze cautelative anti-Covid, da considerare basilari per consentirci di distruggere il nemico o di allontanarlo. A voi lettori applicarle con decisione e continuità, per vincere la guerra contro il virus e salvare voi stessi ed i vostri cari.

    Pier Francesco Corso

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