Il primo lockdown ha evitato in Europa 800 decessi

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    Il primo lockdown ha evitato in Europa 800 decessi –

    Lo afferma uno studio internazionale pubblicato su Scientific Reports (Nature) che dice che il lockdown del 2020, da febbraio a luglio, non solo ha aiutato a ripulire l’aria, ma ha evitato un gran numero di decessi, 800 in 47 grandi città europee.

    I calcoli sono stati fatti nell’ambito di una ricerca condotta dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche Copernicus in collaborazione con la Scuola inglese di Igiene e Malattie tropicali.

    Lo studio invece di limitarsi a confrontare i valori delle diverse condizioni atmosferiche del 2020 con quelli del 2019, ha elaborato modelli matematici comparativi che simulavano i livelli di inquinamento in condizioni di lockdown rispetto a scenari in cui la vita sociale ed economica andava avanti normalmente.

    Parigi, Londra, Barcellona e Milano sono tra le prime città per numero di decessi evitati. L’Italia, da parte sua, ha contribuito per quasi un quarto, al numero totale di 800 morti evitati in Europa.

    I calcoli sono stati fatti distintamente per quattro sostanze inquinanti: biossido di azoto, ozono, polveri sottili PM2,5 e PM 10. Gli effetti degli inquinanti sono stati messi in relazione con diverse patologie, in particolare patologie respiratorie e cardiovascolari.

    I modelli dicono che la maggior diminuzione è avvenuta per le morti causate dal biossido di azoto calato fino al 60%; meno ridotti i valori per le polveri sottili che continuavano ad essere emesse dai riscaldamenti domestici.

    Nel 2020, gli spostamenti inesistenti tra casa, scuola, lavoro sono risultati di gran beneficio sia alla salubrità dell’aria che alla salute umana.

    Secondo gli scienziati il lockdown è stato un esperimento naturale in cui si sono prese misure restrittive e verificate condizioni che normalmente è impossibile avere nella normalità. Una situazione irrepetibile di cui tenere conto per future soluzioni ambientali.

    Rita Lena

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