La Scuola ai tempi della pandemia: l’Istituto lasalliano Pio XII esempio di inclusione e resistenza

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Covid, pandemia, zone rosse. Più di un anno dal primo lockdown, didattica a distanza e una generazione che più di tutte porterà in segni di questa voragine affettiva, sociale, economica e intellettuale: i bambini.

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Monica Di Pirro, una docente della scuola primaria dell’Istituto lasalliano Pio XII di Roma. Una voce che racconta in prima persona l’esperienza degli alunni che sono i primi a chiedere di stare con i ragazzi maggiormente in difficoltà, in una condivisione esempio di inclusione che si fa ancora più necessaria, compatta e vitale in questi mesi così duri e significativi.

Verso una Scuola nuova: l’esperienza dell’Istituto Pio XII tra didattica a distanza, didattica in presenza, inclusione e solidarietà.

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In un tempo, nel quale tutto appare buio e oscuro; nel quale sembra che l’uomo abbia perso la sua umanità; nel quale la capacità umana di resistere alle difficoltà, stringendosi con amore gli uni gli altri, sembra svanita e trasformata in un’aridità del cuore, mai vista prima; nel quale ognuno è chiuso in sé, dedito a curare solo il proprio interesse personale; nel quale più nessuno si espone e rischia per tutelare l’altro; nel quale i più giovani stanno subendo gravi privazioni relazionali ed educative; una piccola, grande luce di speranza sembra provenire da una scuola paritaria, l’Istituto Lasalliano Pio XII di via Casilina, nel quartiere Centocelle, periferia di Roma.

All’indomani del passaggio della Capitale in zona rossa e della relativa necessità di attivazione della didattica a distanza, per i piccoli alunni e alunne della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, mentre in tanti ancora, ad oggi, si stanno domandando se sia opportuno o meno consentire la didattica in presenza agli alunni ed alunne con disabilità e bisogni educativi speciali; mentre si stanno moltiplicando gli appelli, inascoltati per la maggior parte, delle tante associazioni e comitati di genitori, che chiedo la frequenza della didattica in presenza per gli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali; mentre ancora la maggior parte delle scuole non consente la frequenza in presenza ai soggetti più fragili, tutti i docenti di questo istituto, con il loro Direttore Fr Ciro e Coordinatore Fr Luigi, non hanno perso tempo, non hanno esitato e si sono immediatamente attivati, permettendo già da martedì 16 marzo, non solo la frequenza da parte dei propri alunni e alunne con bisogni educativi speciali e con disabilità, ma soprattutto rendendo pienamente operativo il principio di inclusione, coinvolgendo nelle presenze anche altri alunni appartenenti alla stessa classe, a rotazione e in piccoli gruppi, così come consentito dall’ultimo Dpcm del 2 marzo 2021 e dalla nota esplicativa del Miur del 12 marzo 2021, mettendo, nel rispetto di tutte le disposizioni relative alla sicurezza, il benessere psicologico dei propri alunni e delle proprie alunne davanti ad ogni altra esigenza.

Attuando così un’inclusione “osmotica”, dove la crescita e l’educazione dell’alunno/a fragile si arricchiscono di valori e competenze grazie alla presenza dei propri compagni di classe, dove valori e competenze dell’intero gruppo classe a loro volta si moltiplicano grazie alla presenza di quella fragilità.

In questo istituto l’inclusione non è un paradigma da attuare in quanto richiesto dalla normativa nazionale ed europea, ma è il principio ispiratore del progetto educativo dei Fratelli delle Scuole Cristiane, che seguendo le orme del loro Santo Fondatore, San Giovanni Battista de La Salle, sono da sempre vicini ai più bisognosi, a coloro che nel cammino quotidiano verso l’affermazione di sé come individuo nel mondo, incontrano ostacoli che lo portano a inciampare, a perdere la voglia di scoprire, di imparare.

Nell’Istituto Pio XII al centro dell’azione educativa e didattica vi è da sempre la trasformazione del contesto in cui l’alunno o l’alunna si trova a crescere e ad apprendere. E’ un luogo per l’apprendimento che valorizza i potenziali apprenditivi, cognitivi, emozionali di ciascun alunno e di ciascun alunna. E’ un luogo in cui alunni e alunne possono sperimentare la cooperazione e il confronto, dove il percorso formativo li avvicina sempre più a ciò che loro possono toccare, esperire, comprendere a partire dalla loro quotidianità praticando contemporaneamente l’astrazione, la generalizzazione, il pensiero critico. E’ un luogo in cui ricaricarsi, in cui attingere a cassette degli attrezzi e a esperienze (simili o diverse), per poi lanciarsi all’esterno, nel mondo.

Quindi alla luce della vocazione e della missione educativa lasalliana, che è propria non solo dei Fratelli, ma anche di ogni docente e di tutti coloro che lavorano nella scuola è stato naturale per ognuno attivarsi. Ognuno per quelle che sono le proprie competenze e responsabilità, facendo in modo, che sin da subito, tutti coloro i quali incontrano barriere e ostacoli nel loro agire quotidiano, potessero continuare, nonostante il difficile momento storico, nel quale le differenze sociali, economiche e culturali si stanno aggravando, a vivere quell’esperienza di inclusione sociale e di partecipazione alla vita di una comunità, che è il motore del cambiamento del tessuto sociale, che abbatte i pregiudizi e promuove altre forme di fare comunità, nella quale fondamentali sono le alleanze e le reti che coinvolgono tutti quegli attori sociali che si occupano di integrazione ed educazione.

Così i corridoi, le scale, le aule, il cortile di questa scuola in questi giorni non sono deserti e silenziosi come lo sono stati un anno fa… la mattina al suono della campanella si riempiono di quella linfa vitale della società che sono i bambini, sotto gli occhi commossi di tutti i docenti e i Fratelli, che nonostante la stanchezza dovuta alle difficoltà di gestione di un anno scolastico estenuante, sono consapevoli di aver contribuito con un piccolo mattoncino alla costruzione di una “scuola nuova”, una scuola che non dovrà essere mai più deserta e silenziosa.

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