Fiorentino: “La Roma sta andando bene. Avviate discussioni con investitori cinesi. Sullo stadio ancora non valutate soluzioni”

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    «La Roma sta andando bene, il progetto sul quale avevamo lavorato, quello di introdurre una logica di azienda e capire come valorizzare un brand importante come quello della Roma, sta seguendo i piani industriali, e vedo anche uno stile Roma che sta venendo fuori, fatto di scommesse su giovani, di un modo di interpretare lo sport dal punto di vista tecnico e comportamentale. Sono stati selezionati professionisti che sono intorno alla squadra e dentro la squadra». Paolo Fiorentino, vice direttore generale di Unicredit che è azionista dell’As Roma, commenta così a ‘La Politica nel Pallone su Gr Parlamento’, il momento della squadra di Luis Enrique dopo la vittoria di ieri con il Lecce e il quinto posto in classifica.

    «Contatti con un Fondo sovrano cinese? Abbiamo la possibilità di cedere una parte del 20% della nostra quota ma non vogliamo cederla a chiunque, vogliamo provare a valorizzare ancora la Roma, attraverso l’ampliamento degli azionisti che possano dar valore al brand». «Vediamo la possibilità di avere investitori asiatici come un grande assett. Stiamo vedendo se ci sono dall’altra parte del mondo degli investitori, stiamo verificando se c’è un interesse. Certo in un momento di turbolenze dei mercati non aiuta ad investire in settori non nevralgici come il calcio, ma siamo fiduciosi e non abbiamo fretta. Noi non vogliamo monetizzare ma valorizzare l’asset e vogliamo un investitore che possa portare valore all’asset, ci sono discussioni avviate», spiega Fiorentino che sottolinea come il tutto sia portato avanti con l’ok degli americani. «La Roma è una società strutturata che Unicredit e gli statunitensi vogliono sempre più forte. Anche per questo Unicredit sta vagliando delle opzioni anche in Cina per cedere una quota». Si ai cinesi quindi e nessun investitore italiano per la Roma. «Al momento delle negoziazioni con gli americani abbiamo avuto contatti con imprenditori italiani, ma che volevano portare avanti una gestione molto tradizionale, da mecenati, che rendeva per noi insostenibile far parte della società. Riteniamo che questa scelta ora porterà dei ritorni, l’altra scelta avrebbe significato non dare una continuità. È stata scelta quella più complessa ma che sta dando corpo alle aspettative», ha poi sottolineato Fiorentino che parlando delle trattative per la cessione della Roma aggiunge: «adesso avrei la sensazione di dire che è stata la scelta migliore, ma mi sentirei di dire che è stata anche l’unica. Le altre erano così improbabili e rischiose, non per Unicredit ma per la Roma, che mi sono preso la responsabilità di cassarle in maniera anche abbastanza ruvida». Il vice direttore generale di Unicredit ha avuto belle parole per Thomas DiBenedetto. «Lui è il presidente, ed è piacevole girare per Roma con lui, non si sottrae mai, e dietro una patina da bonaccione è molto lucido ed ha sempre fatto affari. Sa come impostare l’azienda ed è un negoziatore terribile, quasi quanto me. Alla fine lavoriamo molto bene insieme come anche con Pallotta, che è molto più presente nella società di quanto non appaia». Proprio per quanto riguarda DiBenedetto ci sono state alcune polemiche sullo stipendio che dovrebbe prendere alla Roma. «C’è una retribuzione massima di tutto il consiglio che è stata stabilita, poi sulle persone chiave c’è un comitato remunerazione che ancora non si è espresso e Tom ancora non ha uno stipendio fissato al momento. Abbiamo stabilito una cornice ma non quale sarà l’ammontare». Fiorentino ha visto poi una bella Roma con il Lecce e si augura che «continui a giocare bene come ieri. Il gesto di Osvaldo è rimasto nella memoria di tutti, peccato non resti negli annali». Il vice direttore generale di Unicredit poi guarda oltre. «Il calcio in questa fase di transizione è bene che trovi un suo equilibrio, prima del fair play finanziario, e che riprenda a guardare con più attenzione ai vivai e si riavvicini anche alle famiglie e ai giovani, al calcio più giocato e possa rappresentare non solo un sogno ma anche una realtà».

    «Lo stadio della Roma? Su questo tema, a cui siamo molto interessati per valorizzare l’asset, è un tema su cui decide il board che attiene al business che non è il core business nè di Unicredit che della Roma. Il board non ha ancora valutato le possibili soluzioni, quindi ogni indiscrezione tenderei a dire che è una pura speculazione». «Avremo anche bisogno che ci fosse chiarezza. La famosa legge sugli stadi sarebbe un elemento qualificante dell’accelerazione non solo della Roma, ma anche di altre società. La vedo come una potenziale leva di ripartenza nelle infrastrutture in Italia», ha aggiunto Fiorentino che sul nuovo Ministro del Turismo e dello Sport, Piero Gnudi aggiunge: «è stato nel nostro board fino ad una settimana dalla nomina a Ministro. È persona di grande intelligenza e praticità». Fiorentino parla poi anche del successo della sponsorizzazione di Unicredit alla Champions League. «Siamo appassionati sostenitori della Champions, ci ha dato grande visibilità, ma non abbiamo altri programmi sull’Italia. Abbiamo ancora un triennio fino al 2015, è stata una storia di grande successo, abbiamo fatto il tour della Champions in 13 paesi, fondamentale per la riconoscibilità del brand Unicredit non in Italia ma in Europa». Unicredit è impegnata direttamente anche per Euro 2012. «Per i prossimi Europei ci sono stati rifacimenti di stadi e noi abbiamo finanziato, insieme ad un pool di banche, alcune opere molto importanti che che rappresentano un volano per l’economia. Polonia e Ucraina sono due nostri paesi di riferimento e sponsorizzeremo gli Europei e contiamo di farlo con brand della banca polacca e con il brand Unicredit». Fiorentino parla infine anche della Juventus. «Ha grandissima lucidità nei particolari, hanno fatto grandissimi investimenti. Le relazioni storiche con l’azionista di riferimento e in considerazione del modello di gestione ci ha convinto e ci ha dato piacere stare con la società nell’aumento di capitale. A me piace della Juve che sta investendo molto sui giocatori italiani, rivedere questa politica sulla gestione dei talenti nostrani è una bella mossa di comunicazione e dal punto di vista tecnico».

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