La conferenza stampa di Tachtsidis e Tachtsidis a Irdning

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    As Roma

    INTRODUZIONE DI BALDINI
    I due ragazzi che presentiamo oggi alla stampa italiana, Leandro Castan e Panagiotis Tachtsidis, si sono uniti al gruppo poco prima della tournée in USA e quindi questa di oggi è la prima occasione buona per farveli conoscere. Ve li introduco in ordine di età, dal più grande al più giovane: Castan si è laureato campione nel Brasilerao prima e poi nella Copa Libertadores poche settimane fa. Lo seguivamo già da tanto tempo e con lui per fortuna avevamo già una bozza di accordo prima delle fasi finali della Libertadores, dove ha giocato benissimo e si è messo in mostra agli occhi di tutto il mondo. La trattativa con Castan è quindi stata un po’ lunga, anche perché il Corinthians voleva rinnovargli il contratto che era in scadenza: ma alla fine abbiamo risolto tutto a nostro favore. Sono quindi contento che, dopo Aldair, un altro giocatore brasiliano ricopra il delicato ruolo di centrale in giallorosso.
    Passando invece a parlare di Tachtsidis credo che anche lui lo conosciate, avendolo visto lo scroso anno in B con il Verona. Nella serie cadetta ha disputato 37 gare segnando anche due bei gol, ma non incantevoli come quello fatto a Chicago contro il Lubin. Panagiotis ha caratteristiche importanti, quelle richieste espressamente dal nostro allenatore che lo stima: per lui sarà il primo anno in A e quindi dovrà abituarsi alla massima serie. Chi mi ricorda dei giocatori del passato? A pensarci bene, d’istinto, direi che ha caratteristiche simili a quelle di Redondo, soprattutto per come utilizza il sinistro, ma ora è obiettivamente esagerato fare simili paragoni. Ripeto, possiede delle caratteristiche importanti: la cosa fondamentale è che lui possa confermare le potenzialità che ha dimostrato di possedere, ma bisogna dargli anche il tempo di adattarsi al salto dalla B alla A.
    CASTAN

    PERCHÉ LA ROMA
    È sempre stato un sogno per me giocare in Europa e quando ho ricevuto la proposta della Roma mi è sembrata da subito buona per me e per la mia famiglia. Quello giallorosso, infatti, è un progetto convincente. Voglio contribuire anche io a fare la storia di questo club, come in passato hanno fatto tanti miei connazionali: desidero inoltre raggiungere grazie alla Roma anche la Nazionale brasiliana, che è un altro mio obiettivo di carriera.

    SISTEMA DI GIOCO
    Il modo di scendere in campo della Roma è diverso da quello del Corinthians, dove giocavamo soprattutto in contropiede, mentre qui con Zeman siamo noi a fare partita. Non credo di fare nessuna fatica ad adattarmi a questo nuovo sistema: anzi, mi piace duellare uno contro uno con gli attaccanti avversari. Voglio comunque difendere bene per aiutare anche il nostro reparto offensivo.

    JUAN
    Juan? Lui e Lucio per me sono stati sempre una fonte di ispirazione importante quando giocavano con la Nazionale del mio paese. Certo, mi sarebbe piaciuto giocare con Juan qui, ma ha intrapreso la nuova strada e ha un nuovo progetto di vita: gli auguro il meglio.

    CONDIZIONE FISICA
    Dopo la Libertadores vinta ho avuto dieci giorni liberi e poi mi sono subito presentato in ritiro qui con la Roma. Sono anche ora in buone condizioni e poi in carriera finora non ho mai avuto nessun serio infortunio. Con Zeman ci stiamo allenando con ritmi intensi, ma è necessario per fare un bel campionato: sono felice di essere qui e non vedo l’ora di iniziare a giocare le competizioni ufficiali.

    TACHTSIDIS

    LA CHIAMATA DELLA ROMA
    L’interessamento di questa estate della Roma sicuramente per me ha rappresentato una sorpresa, proprio non me l’aspettavo. Ma ora sono qui e sono pronto: non per fare il titolare a tutti i costi, ci mancherebbe, ma per lavorare per la squadra e per migliorare. Penso al gruppo, non a me stesso.

    ZEMAN
    Mi fa piacere lavorare con il Mister perché so che fa giocare e migliorare molto i giovani calciatori. Io, ripeto, mi impegno al massimo, non chiedo niente e aspetto il mio turno. Allenarsi poi con De Rossi e gli altri campioni non può che farmi bene. Se sapevo che il mister mi stimava e mi voleva? No, assolutamente. Cosa mi ha detto sul mio ruolo in campo quando sono arrivato? Abbiamo parlato poco. Quando sono arrivato mi ha salutato e mi ha chiesto come stavo, poi mi ha detto “inizia a correre che poi del resto parliamo più avanti!” (ride, ndr).

    A DISPOSIZIONE
    Io sono pronto: quando e se il Mister mi dirà di giocare, io lo farò. Aspetto quindi di sentire quello che mi dirà lui e di sapere che cosa servirà alla squadra.

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