Roma, Destro si presenta: “Convinto dalla piazza, tifoseria, società e progetto” Foto

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    Sei già l’idolo dei tifosi, cosa ti ha spinto a scegliere la Roma?
    “Il progetto, la voglia che ha avuto la Roma di prendermi, una grande piazza come quella di Roma”.

    A Genova hai già giocato a tre?
    “Ci si mette a disposizione della squadra e del mister”.

    Giocavi esterno?
    “Ho fatto anche quel ruolo, l’importante è mettersi a disposizione della squadra”.

    Questa è la stagione della tua affermazione o potresti accontentarti di un ruolo a metà tra panchina e campo?
    “La concorrenza è tanta ma è normale che un giocatore non si voglia accontentare. Devo dare il massimo in allenamento”.

    La Roma cedendo Borini e prendendo te si è rafforzata?
    “E’ un mio amico, posso parlare solo bene di lui”.

    Ad un certo punto si è inserita la Juve, cosa è successo?
    “Nulla, sono un ragazzo giovane, è stato un mese delicato, ho fatto la scelta migliore e ne sono convinto”.

    Stupito da questa attenzione verso di te? Ti carica troppo di responsabilità?
    “No, quando c’è stato il momento le mie responsabilità le ho prese. Non sono il tipo che si tira indietro, mi ha fatto molto piacere l’attenzione ricevuta”.

    Manterrai il numero 22? Che significato ha per te?
    “Non sono ufficiali, vedremo”.

    Cosa vi siete detti con Totti, lo hai già incontrato?
    “Ci siamo salutati, abbiamo fatto lavoro differenziato. Per un giovane, avere a fianco uno come Totti, è un piacere. Ti mette nelle condizioni di fare bene, non poteva andare meglio”.

    La Juventus l’ha cercata realmente?
    “Non mi va di parlare di queste cose. Ora sono un giocatore della Roma, parlo solo della Roma”.

    Rispetto ad altri club, cosa è riuscito a convincerti della Roma per venire qui?
    “Innanzitutto la piazza, la tifoseria, società e progetto. Tutti elementi che mi hanno convinto”.

    Si sta completando lo scacchiere della Roma di Zeman. Potrà lottare per i vertici?
    “Ci stiamo allenando per fare un grande campionato, piano piano vediamo come procederà”.

    Tuo padre era un difensore arcigno, ti ha insegnato qualche trucco per liberarti dalle marcature dei difensori italiani?
    “Parliamo poco di calcio, almeno quando stiamo insieme cerchiamo di evitare” (Foto Luca silvestri/macrolab)


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