Sabatini: “Continuiamo il nostro percorso”
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OBIETTIVI
La stampa, come giusto che sia, fa sempre un consuntivo del nostro operato al termine di ogni annata, ma tengo a precisare che noi siamo dentro un percorso che non finisce con il termine della stagione. Durante l’anno concluso a maggio non abbiamo raggiunto gli obiettivi prefigurati, ma questo non per colpa del nostro allenatore. Abbiamo finito il girone di andata a 31 punti e se avessimo continuato il campionato in questo modo ne avremmo fatti 62 a fine stagione, ma purtroppo abbiamo avuto una flessione nella seconda parte della stagione. Il lavoro dell’anno scorso è però la premessa su cui costruire qualcosa di importante quest’anno. Purtroppo nei dodici mesi precedenti non siamo riusciti a far passare alla squadra l’idea positiva del nostro lavoro. Questo step, però, l’avevamo messo in preventivo e ora stiamo andando avanti: ci sentiamo infatti ancora dentro il percorso da me annunciato l’anno scorso. La Roma cambierà, lo farà nel tempo, è ancora in divenire. Zeman è stata una scelta tecnica: la sua idea di calcio coincide con quello che abbiamo sempre voluto. Vogliamo infatti una squadra sempre pronta a fare il risultato, una Roma pronta ad attaccare, a fare gol e a vincere.
TOP PLAYER
Top player? È una definizione giornalistica accettabile, ma che non apprezzo a fondo: chi può dire infatti precisamente chi è un top player? La risposta è soggettiva. Ad esempio il Milan lo scorso anno ha preso a fine mercato Nocerino che era stato inizialmente indicato come un reietto ma che poi ha effettivamente giocato come un top player segnando 11 reti con un rendimento non inferiore a quello di Sneijder. Tornando a noi, non mi piace quindi parlare di giocatori solo forti sulla carta, noi non vogliamo andare su un simile territorio: è minato e pericoloso, non sarebbe professionale parlare di top player che magari hanno fatto un anno di panchina. Noi vogliamo comprare ottimi giocatori e faremo tutto quello che dovremo fare, in sintonia con Zeman che, ripeto, non agisce da scudo protettore per la Roma ma sta costruendo assieme a noi la squadra. Zdenek è infatti una nostra precisa scelta tecnica e non viene qui ad avvallare le scelte della società, ma a costruire in prima persona la Roma. Detto questo, certamente non neghiamo che il suo appeal con il pubblico ci aiuta perché la gente ama il suo modo di intendere il calcio: la sua grandissima annata dello scorso anno con il Pescara ha esaltato tutti quanti, compresi noi.
MERCATO
In questi giorni si parla di Castan, il suo contratto non è definito ancora, ma potrebbe essere un giocatore della Roma. Il brasiliano è certamente un giocatore efficace, serio, che sa lavorare bene nel suo reparto. Stasera gioca la finale di Coppa Libertatores: voi sapete benissimo quanto sia importante questo trofeo. Se io vi chiedessi di giudicare Piqué mi direste tutti che è un top player perché ha giocato in Champions. Allora io vi chiedo: perché chi gioca partite importanti in Europa è un top player e Castan che fa la Libertatores non lo è? Perché deve essere considerato come una riserva? Non sono d’accordo con questo discorso. Bradley? C’è un lavoro molto avviato su lui e vi dico che è un giocatore pragmatico, sicuro, pronto a vincere le partite: non è un’operazione commerciale e qualora andasse in porto ne sarei molto orgoglioso. Tachtsidis? Mi permetto di dire che è una richiesta del nostro allenatore. Mi ha detto “mi prendo questo ragazzo e lo trasformo in un campione”. Ha ottime caratteristiche e l’allenatore vuole lavorarci insieme. Vorrei sottolineare, però, che abbiamo già ottimi calciatori. Pjanic è un gran centrocampista. Lamela ha fatto trenta partite in Serie A e nelle ultime che ha giocato ha fatto tre eurogol: è cresciuto e nessuno l’ha sottolineato. Osvaldo è fortissimo, è un grande calciatore ed è incedibile. Perché siamo così depressi?
DIFESA
È probabile l’acquisizione di Castan, difensore centrale brasiliano mancino. Lui, se e quando arriverà, non risolverà tutti i nostri problemi, così come Burdisso, che sta recuperando e che l’anno scorso però ci è mancato tantissimo. Poi la società prenderà un altro difensore centrale per formare così un reparto in cui l’allenatore possa fare le sue scelte in tranquillità. Ieri abbiamo ufficializzato poi Dodò, un giocatore che esalta mio il mio senso estetico del calcio: oggi nessuno di voi lo conosce, ma vi chiedo di aspettarlo con affetto, perché sarà un giocatore forte che vi farà divertire, così come gli altri giovani che sono in squadra. Nel frattempo è rimasto anche José Angel, che magari in certe situazioni non è ancora riuscito a venire fuori, ma che ha prerogative importanti: Zeman ha chiesto di valutarlo, quindi al momento la coppia di terzini sinistri è formata da José Angel e da Dodò. Poi aspetteremo la decisione in merito dell’allenatore che li valuterà in queste settimane: in seguito vedremo se agire ancora sul mercato. Sulla fascia destra stiamo prendendo un calciatore forte con caratteristiche diverse dagli altri calciatori presenti e che vedremo di comporterà. In questo settore abbiamo infine deciso di tenere Rosi ancora per un po’, anche perché lo vuole valutare Zeman.
LA ROMA DI ZEMAN: SPERANZE
È evidente che pensiamo tutti alla Champions League per il nostro futuro, ma non posso dichiararlo ora come obiettivo. Noi vogliamo innanzitutto costruire una squadra forte che vada a Milano o altrove e che faccia la partita, vincendo possibilmente, ma che sia soprattutto una squadra. Il nostro allenatore dell’anno scorso, Luis Enrique, di cui abbiamo tutti noi ad oggi grande rispetto, a volte non c’è riuscito. Quest’anno invece non vorremmo più giocare e perdere partite come l’anno scorso è accaduto a Lecce, per intenderci. Il nostro nuovo tecnico ha idee chiare su come affrontare il prossimo campionato e anche con chi giocarlo. Ed è per questo che tutto quello che costruiremo lo faremo con Zeman, perché lui sa quello che vuole. Sono certo che riuscirà a costruire qualcosa di importante qui a Roma.
ALTI E BASSI
L’anno scorso eravamo in grande crescita e stavamo realizzando un gran progetto di gioco, non dissimile da quello messo in campo dalla Spagna contro l’Italia nella finale dell’Europeo. Bologna-Roma è stata un’opera d’arte. Nel mese di gennaio abbiamo giocato bene a tratti, ma ci è successo qualcosa. La Roma ha perso l’idea di se stessa. E in questo non sono responsabili solo i calciatori, ma lo siamo soprattutto noi dirigenti.
LE STRATEGIE PER IL FUTURO
La Roma se si vuole creare una storia che abbia un suo credito e soprattutto un futuro, non può andare a spendere oggi 100 milioni per un singolo giocatore. Il club con i suoi dirigenti sta ricostruendo la sua situazione economico-finanziaria e sa che deve farlo con i giusti mezzi. In questo momento nel calcio attuale la tendenza, anche delle società più blasonate, stanno lavorando in una precisa direzione che è quella di spendere non senza senso, ma con serietà e in maniera equilibrata. Certo, poi ci sono esempi opposti come ad esempio quello di Mansour che fa investimenti ingenti, ma tutti noi crediamo che questi ultimi esosi esborsi siano momentanei: molto probabilmente queste uscite saranno indirizzate a breve verso altri sport o altri settori. Detto tutto questo non dico che saremo deboli, ma che invece saremo forti e che faremo le cose giuste. La società attuale ci garantisce di fare investimenti, ma non ci permette di fare ingaggi da 12 milioni di euro a giocatore, come crediamo opportuno e come è giusto che sia anche per rispetto ai nostri tifosi.
QUALITÀDELLA ROSA ATTUALE
De Rossi e Totti hanno parlato di come fare mercato? Non sono tenuto a rispondergli direttamente ora: li ricevo nel mio ufficio e ne parliamo. I top player della Roma sono loro e sono loro due che devono condurre per mano gli altri giocatori, potenzialmente forti, a diventare campioni. La Roma, comunque, i giocatori importanti li ha già e altri ne arriveranno. Ci sono infatti già calciatori di qualità indiscutibile come ad esempio Osvlado, Pjanic e Lamela.
BORINI E IL MERCATO IN ITALIA
Perché in questi anni abbiamo comprato spesso all’estero? Borini, che è italiano, intanto lo abbiamo appena riscattato. Poi facendo un discorso sul panorama calcistico italiano devo ammettere che non mostra tanta scelta e che i pochi calciatori buoni presenti sono difficilmente raggiungibili a cifre eque. Ogbonna? Sarebbe piaciuto sia a Zeman che a noi, ma ha una valutazione troppo elevata e abbiamo così ritenuto che un investimento così importante per un calciatore che ha giocato finora solo in B sia troppo alto. Detto questo, aggiungo che non rinunceremo ad agire sul mercato italiano: ripeto, abbiamo preso Borini l’anno scorso che prima di venire qui alla Roma non aveva mai giocato in A e che con noi invece ha fatto ottima stagione guadagnando anche l’azzurro.
BORRIELLO E PIZARRO
Sono due giocatori che adesso stanno lavorando con la squadra e sono calciatori della Roma. La società e l’allenatore li valuteranno. Sono due atleti che hanno scritto pagine importanti della storia passata del club che nell’ultimo anno non hanno trovato spazio qui: ci aspettiamo una loro presa di coscienza della situazione, nel senso ci aspettiamo che anche loro ci dicano se si sentono parte o no del nostro progetto. Valuteremo comunque nei prossimi giorni insieme a loro la situazione.
SCELTE
Perché Tancredi è andato via? Franco è un mio amico ed è un grande professionista. È stata assunta una decisione di questo tipo perché Zeman vuole un certo tipo di preparazione sul portiere e noi, come Società, abbiamo fatto una scelta legata alle impostazioni del lavoro che il nostro allenatore ci chiede. Ci sembrava poco carino sottrarre del lavoro a Tancredi, che è un grande amico e un professionista.
Mattia Destro? È un calciatore molto forte conteso tra Siena e Genoa. Queste due squadre sono in una situazione particolare, il giocatore è del Siena dal punto di vista dei diritti federali ed è al 50% del Genoa. Credo che esista una diatriba e un confronto tra le due Società, la Roma è vigile in questa situazione e se sarà possibile intervenire nella vicenda lo farà.
Kjaer? Ho scelto io di non prolungare il suo contratto. Penso che lui abbia dovuto sopportare una sfortuna cosmica. I suoi cinque errori che ha fatto si sono trasformati in una sorta di tragedia per la Roma. Il problema è che i suoi ci hanno fatto perdere partite molto importanti. Ho avuto paura per lui che il primo errore sarebbe diventato tombale. Silvano Cotti? Sono scelte, abbiamo voluto cambiare il reparto fisioterapico anche per delle dinamiche che si instaurano nello spogliatoio. Questa è stata una decisione dolorosa, come tutte le altre.
BALDINI
“Sbaldinizzazione”? Non esiste. Il calcio lo facciamo io e Franco. Lui ha grandissime qualità che io non ho. Sa fare benissimo il suo lavoro e ogni tanto un battibecco viene fuori. Io non devo prendere potere in nessun modo. Devo ringraziarlo perché sopporta qualche mia fibrillazione intellettuale. Le cose che sono successe rispetto ai nostri collaboratori non lo hanno indebolito. Sono cose che ha avallato e condotto, perché nel calcio succedono tutti i giorni.