Una pessima Roma salvata dai suoi Primavera

Roma – Anticipo del sabato pomeriggio per la Roma di Mourinho, la quale priva di ben dieci giocatori tra infortunati, squalificati e positivi al Covid si trova ad affrontare all’Olimpico il Verona di Tudor, squadra ben organizzata e ammazza grandi.

Inizio pessimo per i giallorossi, che nel giro di venti minuti incassano due reti: vantaggio gialloblu già al quinto minuto con Barak, il quale ribatte in rete su una corta respinta di Rui Patricio al termine di un meraviglioso schema su palla inattiva, e raddoppio firmato da Tameze, che raccoglie il perfetto suggerimento di Caprari dal fondo e mette il pallone nuovamente in fondo al sacco. Fino all’intervallo è ancora il Verona a fare la partita, non concedendo spazi alla Roma e anzi riuscendo anche a trovare la terza rete con Simeone, annullata però per offside dello stesso argentino.

La ripresa si apre sulla falsariga dei primi quarantacinque minuti di gioco, con i capitolini in costante affanno e incapaci a reagire e gli uomini di Tudor che gestiscono energie e risultato senza strafare. A cambiare la partita, clamorosamente, sono i Primavera buttati in campo da Mourinho: Zalewski, Volpato e Bove di fatto prendono per mano la squadra e la trasformano, dando quella scossa necessaria per rientrare in partita. Al 65′ la Roma dimezza lo svantaggio proprio con Volpato, bravo a calciare di prima dal dischetto dopo una respinta corta a seguito di un corner, mentre all’84’, sempre a seguito di un calcio d’angolo, arriva il clamoroso pareggio giallorosso, firmato dal destro secco di Bove, il quale non lascia scampo a Montipò. Nel finale la Roma prova in tutti i modi a vincerla, ma la difesa veronese tiene botta.

Nonostante la rimonta e il punto portato a casa, la prestazione della Roma rimane davvero raccapricciante, sotto tutti i punti di vista: ritmi bassissimi, zero intensità, totale assenza di voglia di recuperare, e ancora grandi problemi nel presentare un gioco tangibile. Il pareggio è merito esclusivamente di Zalewski, Bove e Volpato, entrati in campo con tutt’altro atteggiamento e che in soli trenta minuti fanno tutto quello che i titolari non sono riusciti a fare in una partita intera: alzare il ritmo, proporre gioco, calciare in porta e segnare.

Andrea Trupiano