Beretta: “La presenza di Lotito con la Nazionale? Una tempesta in un bicchiere d’acqua”

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    Maurizio Beretta, intervenuto ai microfoni di Radio IES, chiude definitivamente la polemica accesa negli ultimi giorni. La Nazionale di Antonio Conte ha riacceso l’entusiasmo dell’opinione pubblica, ma a rubare la scena in queste ultime ore è stato Claudio Lotito. La sua foto al San Nicola con il K-way tecnico, durante l’allenamento degli azzurri ha fatto il giro del mondo scatenando l’ironia del web. Non sono mancate le polemiche per la sovraesposizione del presidente biancoceleste e la sua presunta visita nei pressi dello spogliatoio nel post gara. “Si è fatta una piccola tempesta in un bicchiere  d’acqua – le parole del presidente della Lega di serie A, e vicepresidente vicario della FIGC, Maurizio Beretta, intervenuto ai microfoni di Radio IES – Le foto che hanno invaso la rete, fanno parte di quei fenomeni simpatici da ricondurre ad una dimensione ironica e pittoresca, ma poi bisogna guardare la sostanza. Come lo stesso Buffon ha chiarito, non si tratta di un problema per i diretti interessati e soprattutto non c’è stata nessuna ingerenza. Io non ho seguito la nazionale e non andrò ad Oslo, in quanto parteciperò all’iniativa organizzata dalla Uefa e voluta fortemente dall’Italia sul tema dell’integrazione, che si svolgerà questa settimana. La Federazione è come una grande famiglia e con questo spirito è giusto dividersi anche i compiti. Lotito è membro del comitato di presidenza, è giusto dividerci per coprire al meglio tutti gli impegni della federazione”

    Lo scorso anno la presenza del presidente Maurizio Beretta sugli spalti durante Lazio-Sassuolo creò polemiche nella tifoseria Laziale. Ripreso da tutte le telecamere al fianco del presidente Claudio Lotito nel giorno della massima forma raggiunta dalla protesta civile e rumorosa dei tifosi biancocelesti verso la dirigenza Laziale. In quei giorni arrivò anche il comunicato della Lega per esprimere solidarietà ai club vittima di atteggiamenti violenti da parte delle proprie tifoserie: “Io non sono al corrente di particolari malumori. La lega è l’organismo che rappresenta e lavora nell interesse delle società. Lo scorso anno abbiamo attirato l attenzione su tutti i fenomeni degenerativi, mi viene in mente l’assedio sotto casa del presidente del Bologna Guaraldi, che nulla hanno a che vedere con il calcio. Tutti questi fenomeni, nell interesse della maggioranza dei tifosi e dell immagine del calcio, vanno combattuti. Quel comunicato è servito anche per aprire un dialogo con il ministero dell’interno, per un percorso condiviso ad attuare norme per arginare fenomeni distorti, e serviva anche a tutelare i tanti tifosi che invece manifestano, avendone tutto il diritto, in maniera civile ed educata”

    Il nuovo corso di Tavecchio è atteso da sfide difficili, in primo luogo l’appeal da restituire al calcio Italiano: “Vogliamo andare avanti cercando di lavorare nell interesse di tutto il calcio italiano. Tutto il paese attraversa un periodo delicato e il calcio inevitabilmente soffre dal punto di vista economico. Però io credo che si sia anche beneficiato di questa situazione, le società hanno imparato a guardare con attenzione al contenimento dei costi. La stagione dei grandi mecenati è finita e difficilmente avrà possibilità di essere riproposta, quindi saper lavorare su questa politica gioverà all’interesse di tutto il sistema calcio. Io continuo a credere e pensare che il nostro campionato sia ancora molto interessante, lo dimostra anche la competitività che porta tutte le squadre a lottare per i loro obiettivi sino all’ultima giornata. Il famoso Ranking che ci vede indietro è un dato reale e oggettivo e dobbiamo lavorare per migliorarlo, adesso vedo un interesse crescente dei nostri club verso l’Europa League che ha concorso direttamente a facilitare la scalata di alcune nazioni che hanno accumulato punti grazie a quella competizioni, da noi, troppo spesso snobbata in passato.
    Detto questo tutto conferma un grande interesse verso il nostro campionato e le nostre competizioni, ritrovato interesse manifestato anche dagli investitori esteri. Abbiamo una grandissima tradizione e dobbiamo esserne fieri.
    Sono tornate a crescere anche le presenze negli stadi, anche se su questo tema dobbiamo intervenire. Da quest’anno abbiamo una nuova legge volta ad accelerare le procedure per realizzare nuovi impianti. E’ un passo avanti che dobbiamo valorizzare.
    Ci deve essere l attenzione di tutti i soggetti pubblici sui progetti delle società, ci deve essere la giusta compensazione per renderli sostenibili economicamente, tra interessi sportivi e di pubblica utilità. Abbiamo bisogno di massima sinergia tra istituzioni, cittadinanza, opinione pubblica e società di calcio.
    Io penso che oggi chiedere sacrifici alle finanze pubbliche per costruzione impianti sportivi non avrebbe senso, le disponibilità non ci sono e sarebbe inappropriato anche solo pensarlo.
    Si deve andare verso l’ammodernamento di impianti già esistenti per dare beneficio anche alla collettività e coniugare gli interessi di tutte le parti in causa.

    L’elezione del presidente della Federazione ha fatto discutere per tutta l’estate. Il largo consenso di Tavecchio e la spinta verso il volto nuovo che rispondeva al nome di Albertini. “I programmi erano simili, articolazioni diverse ma gli obiettivi erano convergenti. I percorsi vanno condivisi per trovare una larga maggioranza e raggiungere obiettivi capaci di  portare a compimento una stagione riformativa.
    Credo che alla fine del mandato le riforme più percepibili saranno tre. La riforma dei campionati, strumenti capaci di valorizzare i calciatori italiani e l’introduzione dello “Ius soli” anche per dimensione sportiva chi nasce su nostro territorio è selezionabile per la nazionale, questo anche a beneficio della politica per l’ integrazione e il superamento delle barriere discriminatorie”

    Il calcio Italiano dopo aver tagliato i costi, per ripartire necessita di aumentare i suoi ricavi: “Da noi il peso dei diritti televisivi è molto alto, se guardiamo ai modelli di Germania, Inghilterra e Spagna con stadi di proprietà la torta si distribuisce un terzosugli introiti derivanti dagli impianti, un terzo sul merchandising da essi derivante e un terzo diritti sui televisivi.
    C’è anche bisogno di un rapporto più stretto con i tifosi e va incoraggiata la lotta alla contraffazione che colpisce le società tanto quanto lo stesso fisco e tutto il sistema Italiano, per farlo va incrementato il merchandising, strettamente collegato allo stadio di proprietà che viene vissuto tutta la settimana e non soltanto la domenica”.

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