La Lazio esce vincente dalla trappola di Firenze

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    La Lazio esce vincente dalla trappola di Firenze –

    Certo, quando gioca la Lazio, a parte i derby, i gol non mancano mai. Oggi addirittura 7, di cui 4 meritatissimi dei biancazzurri e 3 meno meritati dei viola.

    Il campo Franchi è stato una trappola tesa ai laziali. Gli autori della trappola, va detto subito, non sono stati i viola, sono stati gli arbitri (quanti sono adesso?), i segnalinee e, come al solito, il Var.

    Cominciamo dal grossolano errore di Sportiello, che si è fatto espellere per aver respinto con un braccio fuori area il pallone che non era riuscito a gestire in area. Rosso meritato, ma che ha fatto più danni alla Lazio che alla Fiorentina.

    Il danno alla Lazio è venuto dal desiderio inconfessato di Damato di pareggiare il numero dei giocatori in campo. Visto e rivisto in moviola, il fallo di Murgia su Chiesa, di professione cascatore, non c’era proprio. Non solo non era da rosso, ma proprio non c’era. S’è visto chiaramente Chiesa rallentare per farsi raggiungere da Murgia per poi colpirlo con una leggera manata sul petto e subito dopo precipitare a terra seguito dal laziale senza che tra i due ci fosse stato un vero contatto. Murgia fuori e punizione trasformata in gol, uno splendido gol, da Veretout.

    Finalmente dieci contro dieci, con la Lazio che prova a reagire, ma viene punita da un rigore che non sta né in cielo né in terra, soprattutto non sta al Franchi. Luiz Felipe non atterra in area Biraghi, il quale però per virtù dello Spirito Santo cade lo stesso. Rigore, e il solito Veretout non perdona Strakosha.

    La partita si incattivisce, le proteste fioccano da una parte e dall’altra, finché Damato decide di espellere Simone Inzaghi. Appena uscito l’allenatore, la Lazio fa capire che perdere non le va proprio giù. Passano un paio di minuti e Luis Alberto infila Dragowski con una punizione che definire perfetta è sottovalutarla.

    La Fiorentina comincia ad avere paura, Pioli è preoccupato. Ha forse paura di Inzaghi che non c’è. Al 45’ la Lazio raggiunge il pareggio con Caceres che gira alle spalle del povero Dragowski la palla speditagli dal corner dal solito Luis Alberto.

    Il secondo tempo vede i viola aggressivi e i laziali un po’ stanchi. L’iniziativa è viola, e il gol arriva puntuale col solito Veretout, detto anche Verotutto, tutto vero quel che si dice di questo campione. Al 54’ i laziali si distraggono, Luiz Felipe si fa dribblare in area e Veretout non perdona il povero Strakosha, ancora una volta nelle ultime partite apparso distratto, o forse lento a causa del dolore alla coscia destra.

    Sul 3-2 si vede finalmente la vera Lazio. Al 60’ c’è l’episodio che dà il giusto voto al Var e soprattutto all’assistente di Damato. Immobile scatta e corre da solo verso il portiere avversario. Appena entrato in area, Pezzella, forse offesosi per essere stato dribblato dal conterraneo, lo atterra con un calcione sulla tibia. Roba da rosso oltre che da rigore.

    Ma niente da fare. Damato fischia il rigore, poi si ferma in attesa del Var. E il Var vede, giustamente, che Immobile era scattato in evidente fuorigioco. Giusto, ma l’assistente e l’arbitro come hanno fatto a non accorgersene prima? Se fossero stati più attenti, Immobile non si sarebbe guadagnato un calcione sulla tibia, per fortuna senza gravi conseguenze perché il piede non toccava terra.

    La Lazio, forse erede delle imprese di Enrico Toti (non Totti, Toti era chiaramente biancazzurro), non s’arrende e proprio nei momenti difficili trova i colpi più micidiali. Al minuto 69 Felipe Anderson, in gran giornata, infila Dragowski su suggerimento di Marusic.

    Raggiunto il pareggio, la Lazio ha ancora fame, non può lasciare il terzo posto in classifica agli amici giallorossi. L’Inter? L’Inter non conta. Passano 4 minuti e Marusic fa un altro regalo, stavolta a Luis Alberto: cross assist e la mente della Lazio mostra di avere anche un piede, un piede buono, e con un calcetto di punta porta i biancazzurri in vantaggio.

    Ultimi minuti sempre più nervosi. Chiesa si prende un giallo per proteste: giurava che il pallone non fosse uscito sul fondo, la tv gli ha dato torto. E poi Strakosha che si ferma per il dolore alla coscia. E poi Felipe Anderson che si ferma per un altro doloretto. E giù proteste, con in più uno scambio di battute tra laziali e tifosi viola. Viola di rabbia, perché la partita ormai è persa.

    E ora Lazio ancora terza a pari punti con la Roma, con l’Inter che sogna di raggiungere le romane. Ci riuscirà? Lo vedremo nelle prossime puntate.

    Bruno Cossàr

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