La Lazio gioca, la Roma segna: i derby si vincono così

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La Lazio gioca, la Roma segna: i derby si vincono così –

Il derby comincia con calma, molta calma. Le squadre si studiano, una paio di calci d’angolo, uno per parte, tanto per saggiare le difese avversarie.

La Lazio preme di più, guadagna calci d’angolo uno dopo l’altro, conserva gelosamente il possesso palla, ma un po’ di imprecisione, molta fretta e il gol non arriva.

Ci provano Luis Alberto, Immobile e Caceres da una parte e Dzeko e Kolarov dall’altra, senza esiti.

Rocchi mostra di non avere perso la propensione alle gaffe: fischia un fuori gioco di Immobile da rimessa laterale, poi se n’accorge da sé e chiede scusa.

Strakosha, sempre ben attento, impedisce a Dzeko e poi a Pastore di guadagnarsi lo stipendio sparandogli contro palloni che il portiere trasforma in tiri inoffensivi.

La Roma attacca, preme, soprattutto con De Rossi, il capitano. Cross su El Sharawi che, povero lui, arriva col piede con un attimo di ritardo.

Fa caldo, 30 gradi. Rocchi invita tutti a bere qualcosa vicino alle rispettive panchine. Poco dopo, Pastore cade, ha problemi, Di Francesco lo sostituisce subito con Pellegrini.

E Pellegrini, di tacco, fa secco Strakosha, con i difensori laziali impegnati a ostacolarsi l’un l’altro. El Shaarawi fa a spallate con Luis Felipe, il pallone finisce su un piede di Pellegrini che, senza poter guardare, se ne libera con una taccata che beffa Strakosha. Pellegrini ormai ha il vizio di fare gol subentrando a un compagno infortunato, è la seconda volta in questo campionato.

Nel recupero, Immobile ci prova, si smarca in area, ma Olsen non lo fa passare, anticipandolo con una uscita in basso.

Nel secondo tempo vedremo chi s’è stancato troppo nel primo, chi correrà di più, chi avrà tratto più vantaggio dall’ingurgitare il solito tè. Caldo? Una tortura, sarebbe meglio freddo.

La Lazio parte subito nel secondo tempo, vuole mettere in difficoltà i cugini con continui assalti, che però consentono le ripartenze pericolose degli avversari. Inzaghi fa entrare Correa al posto dello stanco Luis Alberto e Badelj al posto di Parolo.

Finalmente Immobile riesce a tirare nella porta avversaria, ma Olsen fa buona guardia.

Poi si fa ammonire per perdita di tempo. Bisognerebbe avvertirlo che la Roma ha un vantaggio di un solo gol, mica di tre o quattro. Perdere tempo serve a poco.

Al 22’ Immobile si ricorda di come si chiama e qual è il significato del suo nome. Su attacco biancazzurro, Ciro ruba la palla a Fazio e spara a colpo sicuro alla destra di Olsen, che vede la palla dopo che è finita in rete. Che volete, Immobile è fatto così. Sbaglia, tira ai piccioni, poi si ricorda come si fa e porta la Lazio al pareggio.

Un pareggio che dura poco, ci pensa Kolarov su punizione a riportare la Roma in vantaggio. Poi esulta, non apprezzato dai suoi ex tifosi.

La Lazio prova a fare la rima, con una punizione di Leiva che passa a Correa il quale, di testa, batte tutti, meno la traversa, che rimane proditoriamente un po’ troppo sotto al pallone.

De Rossi esce, al suo posto Cristante e fascia di capitano a Florenzi.

Correa riparte, dà la palla a Immobile, ma la palla corre più di lui e Manolas dice “è mia” (chissà in quale lingua l’ha detto, ma la mimica è chiara).

La Lazio insiste, Immobile regala il pallone a Lucas Leiva, che la regala ai piccioni.

Tocca a Florenzi uscire per Jesus, mentre Inzaghi toglie Lulic per Caicedo.

Niente da fare, ci pensa Fazio a chiudere la partita, girando di testa la punizione calciata da Pellegrini. La posizione di Fazio è stata giudicata valida dal Var e così il 3-1 è sui tabelloni.

Caicedo ci prova pure lui, inutilmente, su passaggio di Milinkovic Savic.

L’arbitro concede 4 minuti di recupero, i laziali sperano ancora. Invano.

A proposito di tifosi, la Roma ne ha avuti tre in campo, la Lazio nessuno. No, non invasori, tre calciatori romani, oltre che romanisti: De Rossi, Florenzi, Pellegrini. Tutti nati lì, tutti cresciuti a Trigoria. A Formello non è nato nessun laziale tra quelli in campo oggi. Due soli italiani, Acerbi e Immobile, ma nati in altri lidi.

E va bene, la Roma ha battuto la Lazio 3-1 e sale a un punto dai cugini, entrando nella zona in cui si spera in Champions o in Uefa. Bene così, adesso la sfida nella capitale diventa più appassionante. (Nella foto, Lorenzo Pellegrini)

Bruno Cossàr

 

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