La Roma continua ad affondare: 4-1 del Napoli all’Olimpico

La gara contro il Napoli è stata solo l’ultima puntata (ne mancano ancora 9 alla fine) di questa pessima stagione romanista. I giallorossi, complici le vittorie di Atalanta e Lazio, sono scivolati al settimo posto in classifica e ad oggi sarebbero fuori da tutto.

La gara contro i partenopei è stata un’autentica agonia. Dall’inizio alla fine. E neanche l’immeritato pareggio con il quale si è chiuso il primo tempo ha dato agli uomini di Ranieri quella ‘scossa’ necessaria per una ripresa almeno decente: i giallorossi sono affondati sotto i colpi di un Napoli che a tratti è sembrato quasi annoiato dalla propria evidente e schiacciante superiorità.

Dopo che per mesi si è cercato di nascondere la polvere sotto il tappeto, con gli artefici di questo capolavoro che si sono accasati altrove, ora è fin troppo evidente che tipo di eredità è stata lasciata a Trigoria. Le macerie. Una squadra distrutta, confusa, incerta, timida, paurosa, fragile, rassegnata. Una squadra incapace di mettere in pratica anche i più elementari canovacci di gioco.

Sarebbe ingeneroso parlare delle prestazioni dei singoli. Ma che l’unico a cercare di reagire e combattere sia stato un 35enne, forse neanche in condizione di scendere in campo, la dice lunga sulla situazione generale. Questo però non deve e non può essere un alibi per i calciatori. Devono reagire e fare quello che si può per salvare la baracca. Devono.

E invece la percezione che si respira guardando giocare la squadra è un’atmosfera quasi ‘balneare’ e questo è forse il dato più preoccupante e al tempo stesso inquietante di una stagione nata male e che sta finendo peggio. Ormai la situazione è evidentemente compromessa. Quello che si chiede, anzi che si dovrebbe pretendere da parte della proprietà, è che almeno in campo non si perda la dignità. Davvero il minimo sindacale.

Andrea Felici