Lazio-Genoa 4-1, che volete di più?

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    Lazio-Genoa 4-1, che volete di più? –

    Nonostante il caldo che rallegra Roma e opprime un po’ la voglia di correre dei calciatori, la partita tra Lazio e Genoa comincia con un gioco maschio, come è abitudine dei cronisti sportivi definire le botte, i calci, gli sgambetti, gli scontri tra i pedatori.

    Criscito atterra Marusic, poi l’aiuta a rialzarsi. Si scontrano Wallace e Gunter, soccorsi, rientrano senza danni. Abisso, l’arbitro, non accerta chi dei due venisse da destra, e sorvola.

    Al 7’ arriva il gol della Lazio. È Caicedo a fare secco Marchetti, che non aveva proprio voglia di fare brutta figura davanti ai suoi ex tifosi. Ma Caicedo, con un anno di ritardo, ha mostrato che sa giocare a pallone e, soprattutto, ha finalmente capito dove sta la porta avversaria.

    All’11’ altro flash sul gioco maschio. Spolli si guadagna un bel cartellino giallo per un fallaccio su Immobile.

    La Lazio continua a attaccare, il Genoa ci prova con Platek, che non va oltre il passaggio amichevole a Strakosha e a cedere lo passo a Acerbi.

    Vanno segnalati i tentativi di Parolo, che ha già sparato a vuoto due volte contro Marchetti. Ma Marchetti non s’illuda, Parolo è un amico, ma ha l’abitudine di sbagliare due o tre volte di seguito per poi centrare la porta.

    E al 23’ arriva il raddoppio della Lazio. È Immobile a costringere Marchetti a inchinarsi a raccogliere il pallone sparato con violenza e precisione. Ma non è colpa di Federico, cari genoani ammettetelo: la vostra difesa fa acqua da tutte le parti e non riesce a impedire le scorribande biancazzurre in area. È Bessa a sbagliare perdendo la palla in fase di impostazione. Parolo è pronto a rubarla e a regalarla a Ciro, che non può sbagliare e non sbaglia.

    Al 26’ l’arbitro Abisso, accaldato pure lui, concede la pausa sete.

    Al 29’ anche Platek mostra di essere capace, se non di fare gol, almeno di aver imparato che cosa è il gioco maschio e atterra il povero Marusic, calciatore più educato che timido. Nessuna conseguenza, per fortuna.

    Il Genoa continua i tentativi di attacco, ma senza impensierire troppo Strakosha, che continua tranquillo a masticare la sua gomma americana.

    Ballardini sostituisce Spolli, ammonito e ormai inutile in difesa, dove i laziali ormai fanno i padroni, con Kouamé che prova inutilmente a dare fastidio al filosofo del chewing gum.

    Comincia male il secondo tempo. Il Genoa va in gol con Platek al primo minuto della ripresa. Su passaggio impreciso di Kouamé, il pallone rimpalla su Acerbi, Platek se lo trova tra i piedi e spara contro Strakosha che nonostante un eroico tentativo non può fare altro che guardare il pallone alle sue spalle.

    Solite cose che avvengono negli intervalli di un po’ tutte le partite. A una squadra passano il tè e all’altra camomilla.

    Ma la Lazio non ci sta e al 9’ torna a far capire chi comanda all’Olimpico. È Milinkovic Savic a infilare la porta alle spalle di Marchetti. Lulic prende bene la mira e regala alla testa di Sergei di girare dritto in porta.

    Ballardini le prova tutte per dare una scossa alla sua squadra. Toglie Romulo, poco efficace nella giornata, e lo sostituisce con Lazovic.

    Terzo cambio di Ballardini, entra Sandro per Medeiros, e primo di Inzaghi, con Correa al posto dell’eroe Caicedo.

    Poi tocca a Milinkovic Savic, oggi in giornata nettamente positiva, sostituito da Badelj. Infine, Marusic sostituito da Patric.

    E nuova pausa per consentire ai calciatori di dissetarsi. E tre. Ma quanto bevono, questi atleti!

    E arriva il quarto gol della Lazio. Lo firma Ciro Immobile all’89’. Marchetti riesce a impedire a Correa di batterlo, ma nel rimpallo Ciro non perdona l’ex laziale. Immobile nel recupero cerca di ricambiare il favore a Correa, ma Marchetti non glielo permette.

    Finisce 4-1 per la Lazio. Tre punti preziosi nella scalata alla classifica, tre punti che fanno morale anche nei confronti dell’altra squadra romana, che invece i tre punti li ha persi a Bologna.

    Bruno Cossàr

     

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