Roma-Lazio: all’Olimpico finisce 2-1

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    AS ROMA – Era il 1965 quando sulla panchina dell’Ajax si sedette l’uomo che avrebbe cambiato per sempre il mondo del calcio: Rinus Michels.
    Il tecnico dei lancieri di Amsterdam fu il padre della filosofia calcistica più importante della storia, ovvero il totaalvoetbal, ovviamente fondato sul 4-3-3 che plasmò e caratterizzò il gioco del già citato Ajax, del Barcellona e, soprattutto, della nazionale olandese vincitrice dell’Europeo del 1988.

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    Perdonateci se smuoviamo il deus ex machina creatore del tatticismo più bello del mondo, capace di influenzare personaggi come Lobanovski, Sacchi, Radice, Crujiff e Pep Guardiola, ma siamo sicuri che, guardando il derby della capitale di questa sera, si sarebbe senza alcun dubbio divertito e complimentato con il mister giallorosso Eusebio Di Francesco.

    Lungi da me voler proseguire questo parallelismo, ma il derby deciso dalle reti di Diego Perotti ( che si dimostra ancora una volta uno dei migliori rigoristi del mondo) e Radja Nainggolan (nella top 3 delle mezzali mondiali), si è profondamente ispirato ai dettami del santone olandese e delle sue squadre che dominarono dagli anni ’70, fino agli anni ’90.

    Pressing a tutto campo, dinamismo imperante, marcature martellanti, una linea difensiva di incredibile sicurezza e una pericolosità offensiva incredibile.

    Quest’oggi, non me ne voglia la Lazio, la quale sta realizzando un campionato eccezionale, mettendo in risalto giocatori mostruosi e tra i più interessanti nel mondo, tra i quali spiccano Ciro Immobile (alla sua 15esima marcatura stagionale in campionato) e Milinkovic, vero orco di centrocampo di soli 22 anni, la Roma non ha semplicemente vinto, ma ha dominato la compagine biancoceleste, realizzando una gara impeccabile.

    Il più forte è stato, senza alcun dubbio, il numero 4 belga, l’uomo dallo sguardo della tigre, colui che, fino all’ultimo, non si sapeva se avrebbe giocato o meno.
    Radja Nainngolan, quest’oggi, come ci ha già abituato da un po’, ha realizzato una partita di incredibile fattura, il suo pressing a tutto campo, la sua qualità tecnica e la sua intelligenza tattica, sono state impreziosite da una rete di pregevole fattura.

    Un giocatore che, se fosse nato in Olanda e negli anni ’80, avrebbe, perdonate il peccato di superbia con il quale viene partorito questo giudizio, giocato in pianta stabile nell’Arancia meccanica di Van Basten e co.

    La Lazio è partita con il piede sull’acceleratore, provando a martellare subito la compagine giallorossa, con le pericolose incursioni dei propri giocatori iperdinamici, ma finendo per schiantarsi inesorabilmente contro il muro eretto da Fazio e Manolas.

    Primo tempo intelligente, studiato, ma poco di più per la squadra di Inzaghi, la quale ha pesantemente sofferto il palleggio ed il pressing dei lupacchiotti di Di Francesco, per poi venir completamente divorata nel secondo tempo.

    Il fallo di mano, scriteriato, di Manolas, poteva costare caro ai giallorossi, ma quest’ultimi sono riusciti a giocare da grande squadra (quello che le si è sempre recriminato in questi anni), riuscendo a soffrire e a giocare in maniera ordinata.

    La partita termina 2-1, risultato che non riesce ad esprimere il divario intravisto questa sera all’Olimpico, ma vi possiamo assicurare che il buon vecchio Michels, da lassù, si sarà senza alcun dubbio divertito.
    Non male per Di Francesco, visto che in estate veniva etichettato come “inadeguato”, e ora, a (potenzialmente) -2 dal Napoli, si può, e si deve sognare.

    Leonardo Diofebo

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