Tennis: Djokovic-Federer, al Foro Italico parte l’assalto a Nadal foto

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    «Battere Nadal non è più una mission impossibile». «Rafa non è lontano». Firmato, Novak Djokovic e Roger Federer. La doppia dichiarazione di guerra nei confronti del re spagnolo viene scritta sulla terra battuta del Foro Italico. Lo spagnolo, numero 1 del mondo, è il detentore del titolo agli Internazionali BNL d’Italia. A Roma, il ‘re del rosso’ ha vinto 5 delle ultime 6 edizioni del torneo. Il trono del numero 1 del mondo, però, vacilla. E al Foro Italico potrebbe scricchiolare ancora di più. Djokovic ha steso il mancino di Mallorca domenica nella finale del Masters 1000 di Madrid. Ha centrato il 32° successo in altrettanti match giocati nel 2011, ha vinto il sesto torneo dell’anno e si è avvicinato alla prima posizione della classifica. «Due mesi fa pensavo che battere Nadal sulla terra rossa fosse una ‘mission impossiblè. Ci sono riuscito e ora inseguo il sogno di diventare numero 1 del mondo: sono vicino, ma devo ancora lavorare sodo», dice il 23enne di Belgrado che da gennaio a oggi ha battuto tutti ovunque. «Non penso alla possibilità di perdere. mi concentro per vincere ogni partita. L’impegno, la dedizione e l’attenzione sono fondamentali», aggiunge cominciando l’assalto al secondo titolo al Foro dopo quello del 2008. «Voglio diventare il numero 1 e voglio vincere Wimbledon. Ma per arrivare al top ci vuole tanto lavoro», ripete. ‘Nolè ha la strada in discesa: in primavera e all’inizio dell’estate deve difendere meno punti nel ranking rispetto al bottino che ora zavorra Nadal. Il serbo ha la freccia accesa ed è lanciato sulla corsia di sorpasso. «Non so se serviranno un paio di settimane, un paio di mesi o un paio d’anni. Sono vicino all’obiettivo che inseguo da una vita ma manca ancora qualcosa -glissa-. Devo vincere un torneo importante come gli Internazionali o un appuntamento dello Slam. Per diventare il migliore, devo essere costante come Nadal, che arriva sempre in semifinale». Alla versione 2011 di Djokovic, la regolarità non manca. «La vittoria in Coppa Davis alla fine del 2010, la più importante della mia carriera, mi ha dato tanta fiducia. Io sono cresciuto molto nell’ultimo anno e mezzo e ora il lavoro sta pagando. In particolare, sono migliorato al servizio: ottenere punti direttamente con la battuta può fare la differenza a questo livello», spiega prima di puntualizzare che il ‘decollò non è legato alle nuove scelte alimentari. «Il mio successo non è legato alla dieta ma alla mia maturazione come persona e come giocatore. In 4-5 anni ho accumulato esperienza nel tour, ho lavorato sodo e ora sto raccogliendo i frutti. Avevo già le qualità per battere i migliori, ma ora sono più sicuro e so cosa devo fare», afferma convinto, alternando l’inglese all’ottimo italiano. Tra una battuta e un sorriso, in sala stampa misura le parole per evitare ogni eccesso. Eppure, nessuno come lui potrebbe permettersi un pizzico di presunzione in questo momento. «La finale di Madrid è uno dei migliori match che ho giocato quest’anno. Probabilmente, sulla terra rossa non ho mai giocato così bene», dice. Dopo un simile exploit, ci si può anche sbilanciare: «Ho rivisto l’incontro in tv, in campo sembravo davvero qualcuno che pensava di poter battere Nadal. Ho visto un giocatore aggressivo, che ha cercato le opportunità e le ha sfruttate. Se dovrò affrontare di nuovo Rafa, vuol dire che siamo di nuovo in finale…». Il termine di paragone, prima o poi, è sempre Nadal. Federer, sceso al numero 3 del ranking, non è per fuori dal radar del serbo. «Roger e Rafa hanno dominato il circuito negli ultimi anni», risponde Djokovic. Guai, insomma, a tagliar fuori l’elvetico dalla ristretta cerchia degli aspiranti al trono. Nessuno snobba Federer e, soprattutto, il 29enne di Basilea non ha nessuna intenzione di alzare bandiera bianca. «Nadal e Djokovic stanno giocando meglio di tutti, ma io punto ancora al numero 1», dice presentandosi a Roma. «Mi sento a posto, la spalla sta abbastanza bene e oggi comincio ad allenarmi. Loro -prosegue riferendosi ai primi due del ranking- stanno giocando meglio di tutti. È positivo che ci sia una rivalità del genere nel circuito. Per me, le cose non cambiano. Forse devo rispondere a qualche domanda in più, ma non è una gran differenza». Non c’è problema, insomma, se i riflettori sono accesi su altri tennisti: «Mi piacciono le storie belle». Federer e Nadal hanno dato vita ad un«epopeà prima che Djokovic, da terzo incomodo, si trasformasse in uomo da battere. »Loro adesso meritano tutta l’attenzione che gli viene dedicata. Da 2-3 mesi Novak sta giocando alla grande, è in forma strepitosa. Ha vinto anche a Madrid, ha battuto Nadal in finale. Per quanto sia sorprendente veder perdere Rafa sulla terra battuta, bisogna tener conto del momento eccellente che sta vivendo Novak«, spiega il rossocrociato, che nel 2011 ha alzato solo il trofeo di Doha. Sbaglia chi pensa che Federer sia relegato ormai ad un ruolo di secondo piano. »Non mi sento affatto lontano dal top, sono fiducioso e ottimista come sempre. Il numero 1 è sempre un mio obiettivo e punto a riconquistare il primo posto in classifica«, dice. L’ambizione, ribadisce, è più che fondata, »Da Wimbledon in poi sono arrivato spesso in finale o almeno in semifinale. Posso fare più punti rispetto allo scorso anno nei tornei dello Slam, quindi posso farcela: la situazione può cambiare in maniera radicale. Nel tennis di oggi, poi, non ha senso parlare di superficie dominata da un giocatore. Tutti possono vincere su tutti i campi, ci sono opportunità per tutti. E anche per me«.

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