Gare, vincoli e leggi: compostaggio comunità Roma diventa chimera

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Roma – Trasformare i rifiuti umidi prodotti da mense scolastiche, orti o aziende agricole in terriccio da reimpiegare in giardini, aree verdi o negli stessi orti urbani di Roma. Il compostaggio di comunita’ (o autocompostaggio che dir si voglia) e’ stato fin dalla scorsa campagna elettorale una delle tante parole d’ordine del M5S sulla gestione dell’immondizia nella Capitale, ma anche l’attuazione di un progetto sperimentale di 15 compostiere da 80 tonnellate ciascuna (Roma produce oltre 260mila tonnellate annue di umido) sta assumendo pericolosamente i contorni di una chimera.

A tre anni dalla delibera di giunta sul progetto pilota per il compostaggio collettivo a Roma, non ci sono certezze sull’approvvigionamento di queste macchine ne’ dove verranno collocate.

Il Campidoglio si e’ aggiudicato 1,6 milioni di euro di fondi della Regione Lazio ma da un anno il bando dell’Ama da 1,2 milioni di euro ancora non vede un aggiudicatario: “E’ stata mandata a fine agosto un’ulteriore richiesta a un potenziale affidatario dopo la selezione tecnica amministrativa ma non ha risposto, dovra’ farlo entro l’inizio della prossima settimana per la cosiddetta comprova dei requisiti tecnici- ha spiegato in commissione capitolina Ambiente il capo della direzione Tecnica di Ama, Marco Casonato- Se questo riscontro sara’ esaustivo si procedera’ con l’affidamento entro inizio ottobre e poi il capitolato prevede 90 giorni per la fornitura”.

E se questo soggetto non fornisse un’adeguata comprova? “Va valutata anche la possibile esclusione. Se intervenisse l’esclusione, non avendo altri concorrenti, secondo il codice si passa da una procedura aperta a quella negoziata e quindi bisognera’ definire dei potenziali candidati tra quelli che sono presenti nell’albo Ama e tutti coloro che si reputa abbiano la possibilita’ di fornire queste attrezzature. Quindi verra’ fatta una richiesta di offerta e una tecnica e ci sara’ un vaglio. E’ utopistico che una procedura negoziata si risolva in meno di due mesi”.

Oltre alle lungaggini della municipalizzata dei rifiuti ci sono altri due ostacoli che allontanano l’inizio della sperimentazione, quello normativo e urbanistico.

Queste 15 macchine elettromeccaniche che trasformano gli scarti alimentari e gli sfalci del verde in compost dovevano essere collocate in gran parte nei centri di raccolta di Ama, poi anche nella scuola primaria Manzoni nel Municipio VII (attraverso un progetto del Comitato Mura Latine), nell’orto urbano di Garbatella e nella zona di Torresina.

Tuttavia, proprio durante la seduta della commissione Ambiente dalla direzione capitolina rifiuti e’ arrivata la doccia gelata: “Con la completa opposizione del dipartimento Urbanistica, abbiamo dovuto abbandonare la possibilita’ di mettere le compostiere nei centri di raccolta. Non abbiamo sufficiente chiarezza normativa”.

E anche sulle altre aree potrebbe sorgere qualche problema: “La questione e’ relativa al fatto che la compostiera, a valle dell’aggiudicazione, ha necessita’ di una piattaforma in cemento su cui essere posizionata e di una copertura. La costruzione di una piattaforma e di una copertura va verificata sito per sito e quindi ancora una volta vanno coinvolti il dipartimento Urbanistica o i municipi a seconda della competenza- ha aggiunto Marta Giovanna Geranzani del dipartimento Ambiente- Questo aspetto puo’ rallentare nuovamente il posizionamento perche’ in alcuni casi fare anche un basamento di cemento non e’ cosi’ semplice”.

La scoperta di nuove complicazioni, dopo quelle emerse nel passato relative al fatto che queste piccole macchine venivano equiparate dalla legge a veri e propri impianti, ha infastidito sia i comitati che lo stesso Movimento 5 Stelle.

“Se si dovesse verificare un problema nel bando di Ama dovremo essere velocissimi a fare una chiamata pubblica, togliendo quei vincoli che potrebbero generare ulteriori problemi- ha detto il grillino Roberto Di Palma- Ci teniamo a fare si’ che questo progetto arrivi a termine. Sembra che la percezione possa essere quasi quella di un ostracismo. Cosi’ non va, a noi non piace”.

Molto piu’ esplicita la presidente del comitato Mura Latine, Annabella D’Elia: “Come cittadina sono allibita. Dal 2017 siamo al 2020 e non sappiamo Se questa gara andra’ in porto. Quando nel 2017 presentammo il progetto della scuola ci fu chiesto dal dipartimento Ambiente se la scuola pubblica si trovasse su un suolo pubblico… Mi sembra una volonta’ di non voler fare questo progetto sperimentale. Vedo una volonta’ fortissima di rinunciare a questi 1,6 milioni.”

“Ama ci mette un sacco di tempo per fare il bando, in quella gara noi presentammo tutto il progetto con i dettagli di tutte le opere urbanistiche da fare e invece nel bando ci siamo trovati solo uno schema di funzionamento. Arriveremo a gennaio 2021 per fare cosa? Cinque anni per mettere una compostiera di comunita’ da 80 tonnellate… Resto allibita da questa mancanza di amore per Roma”.

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