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Favola della domenica – La sartina Augusta foto

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    C’era una volta una sartina, Augusta, che aveva avuto l’incarico di cucire un abito da ballo per il debutto in società di una principessa.

    “Voglio un vestito favoloso!” aveva detto la ragazza, di nome Clotilde.

    Augusta era figlia di un mago e desiderava ardentemente accontentare Clotilde.

    “Sai” disse in confidenza alla sua aiutante Paolina “io e la principessa siamo state compagne di giochi, quindi siamo amiche anche se lei non sa che mio padre è un mago”.

    Anche Paolina era speciale perché veniva dal regno delle Fate: “Insieme realizzeremo un abito magico” disse mentre preparava gli aghi, le spille, i rocchetti e tanti bottoni colorati.

    Tagliarono e cucirono una stoffa luccicante e Augusta pregò il mago perché desse, con i suoi incantesimi, qualità arcane all’abito.

    “C’è un problema” disse il mago. “L’abito può essere indossato soltanto da una ragazza che ha un cuore buono e sincero. Che mi dici della tua principessa?”

    Augusta non rispose. Conosceva Clotilde come un tipino capriccioso, superbo e dispettoso. Si confidò con Paolina: “Che cosa possiamo fare?”

    “Se siete amiche puoi convincerla a venire con te. La porterai all’abitazione del mago per imparare l’umiltà e nel mondo delle Fate per conoscere la bontà”.

    “Cara Clotilde” disse Augusta alla prima prova del suo vestito “potresti accompagnarmi al reame delle Fate e alla dimora del mago mio padre?”

    “Il mago è tuo padre?! Non lo sapevo!”

    “Sì. Gli ho chiesto di rendere il tuo abito straordinario. Ha accettato, ma prima vuole conoscerti”.

    La principessa bizzosa accettò e, quando fu al cospetto del potente vegliardo, sentì cadere tutta la sua superbia: “Grazie mago, per avermi ricevuto. Non ho mai saputo che Augusta fosse tua figlia. E’ sempre stata una cara amica per me. Sta cucendo un abito magico e le sono grata”.

    “Apprezzo la tua modestia. Ti prometto che il tuo debutto sarà splendido”. Il mago la congedò con un sorriso.

    “Ora che devo fare?” domandò la ragazza alla sartina.

    “Andremo nel regno delle Fate. Sai, Paolina viene proprio da lì”.

    “Allora andremo insieme!”

    Appena arrivate, incontrarono la Regina. Si rivolse subito a Clotilde: “Salve! Mi riconosci? Sono la tua protettrice. A volte ti appaio in sogno”.

    “Sì, ricordo. Mi raccomandi sempre di essere buona e gentile…”

    “Non ho forse ragione? Finora lo sei stata poco”:

    “Dimmi, a che serve?”

    “Per esempio, a costruire un futuro magnifico. Ti assicuro che con tali qualità ci riusciresti”. La fata si allontanò in un fremere d’ali.

    “Uffa. Tutti mi dicono di migliorare il mio carattere, ma non è facile”.

    “Però ne vale la pena. Il mago mio padre ti ha predetto un debutto splendido e ora la Regina delle Fate ti assicura un futuro stupendo”.

    “Devi soltanto diventare buona e gentile” aggiunse Paolina. “Ma ora torniamo. Dobbiamo finire il vestito”.

    Il debutto di Clotilde fu un avvenimento di cui tutti parlarono per molto tempo. Per la magnificenza  dell’abito ma anche per il volto della sua proprietaria, illuminato finalmente da una luce di bontà e di modestia.

    Maria Rosaria Fortini

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