ANGI: intervista al presidente di PA Social Francesco Di Costanzo

ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori e PA Social hanno recentemente sottoscritto nel 2019 un accordo di collaborazione con l’obiettivo di lanciare idee e progetti tra innovatori, comunicatori e esponenti dell’ecosistema economico italiano. Una grande opportunità di sinergia e di fare rete come sottolineato anche dal Presidente dell’ANGI, Gabriele Ferrieri.

In questa visione di cooperazione strategica, i giovani innovatori dell’ANGI hanno intervistato il presidente di PA Social Francesco Di Costanzo.

 

È possibile a suo parere rendere completamente smartizzabili tutti i procedimenti di competenza della Pubblica Amministrazione o ci sono delle riserve di legge al riguardo?

“Credo proprio di sì. L’emergenza che stiamo vivendo ha sottolineato, se ancora ce n’era bisogno, che il digitale ha un ruolo centrale e di grande utilità per la nostra vita quotidiana, lavorativa e non solo. In questo quadro anche la Pubblica Amministrazione non deve essere da meno, anzi, dovrebbe guidare un cambiamento e rendere “normale” quello che, purtroppo, ancora oggi resta straordinario o comunque affidato a chi è più smart o più intraprendente. Nel nostro settore, quello della comunicazione e informazione digitale, fortunatamente, sono anni che stiamo portando avanti un lavoro dedicato e nel nostro Paese esistono tantissime buone pratiche di utilizzo di web, social, chat, intelligenza artificiale nel settore pubblico. Manca ancora il “sistema”, rendere strutturale il coordinamento, l’organizzazione, l’utilizzo di professionalità dedicate, l’affidamento a strumenti, tempi, linguaggi diversi, alle modalità di lavoro smart. Finita la gestione dell’emergenza dovremo tutti lavorare per la ripresa e la riscossa del nostro Paese, il digitale avrà un ruolo centrale”.

 

In questo periodo in cui c’è stato un incremento esponenziale dei social e delle chat, sia per motivi di lavoro che per motivi di didattica, che proposta avrebbe per rendere questi canali di facile fruibilità a tutti i cittadini? Anche per le persone molto resistenti alla conversione al digitale.

“I social e le chat sono strumenti molto utilizzati dai cittadini, di ogni fascia d’età, anche prima dell’emergenza. Parlo soprattutto delle piattaforme più conosciute, da Facebook a YouTube, da Twitter a Instagram, da TikTok a LinkedIn fino alle chat come WhatsApp, Telegram, Messenger e tante altre applicazioni e piattaforme per gestire webinar, meeting, seminari, riunioni etc…i social e le chat sono canali di facile utilizzo e ormai molto familiari per la maggioranza delle persone, non tutti usano tutte le piattaforme, ma ognuno di noi sceglie quelli che preferisce e più in linea con la propria attività, pubblica e privata. Sono davvero strumenti ormai molto presenti e conosciuti del nostro quotidiano, è da incentivare la conoscenza delle opportunità e potenzialità (attraverso la formazione, la divulgazione, la sensibilizzazione) in modo da aumentare la qualità della comunicazione e informazione e l’utilizzo corretto da parte di tutti, settore pubblico, imprese, cittadini”.

 

Le frodi informatiche e le fake news imperversano sul web in questi giorni di lockdown e malgrado il grande impegno profuso dalla Polizia Postale: cosa fare per mettere in guardia le persone che versano in una condizione di particolare fragilità?

“Non sono un esperto di informatica, posso però dire che le fake news sono sempre esistite, oggi si diffondono con forza e velocità grazie alle piattaforme digitali, anche e in particolare nelle situazioni di emergenza o comunque in circostanze dove esiste una grande ricerca e “fame” di informazioni e notizie. Il cittadino deve essere consapevole, conoscere gli strumenti ed ha come tutti un ruolo di sentinella, ma ha anche il diritto di essere informato correttamente. Per questo il ruolo del settore pubblico e delle fonti ufficiali è centrale e decisivo. Tutti noi abbiamo bisogno di una bussola per orientarci nel mare di informazioni quotidiane, chi meglio delle istituzioni può avere questo ruolo? Per vincere la battaglia con chi fabbrica fake news e isolare le notizie scorrette, il settore pubblico deve però essere più bravo, saper utilizzare al meglio gli strumenti e affidarsi a professionalità dedicate e organizzazione. I social, le chat, il web sono strumenti, hanno le stesse potenzialità in positivo e in negativo. Dobbiamo essere tutti impegnati per far vincere l’utilizzo positivo e di utilità”.

 

Domanda sul PA Social day, per lo sviluppo della nuova comunicazione pubblica, che era previsto per il 20 maggio 2020 in tutta Italia, si pensa ad uno slittamento?

“Tutto confermato, la terza edizione sarà il 20 maggio in modalità completamente online, in diretta su web e social. Come sempre il tema principale è la comunicazione e informazione digitale e ci saranno interventi e approfondimenti da tutta Italia con le tradizionali 18 città impegnate. Sarà un format diverso, necessariamente online, ma manterrà le caratteristiche tradizionali di ampia partecipazione, confronto, scambio di buone pratiche, divulgazione. Tutte le informazioni sul programma sono in continuo aggiornamento sul sito www.pasocial.info e sui canali social e chat di PA Social”.

 

Utilizzo dei social nella PA: molti enti pubblici non utilizzano i canali Instagram e Twitter per promuovere le loro attività di comunicazione e di stampa, piattaforme dove oggi si concentra l’utenza della maggior parte delle nuove generazioni. Pensa siano delle piattaforme necessarie per divulgare presso un pubblico giovane le iniziative della PA?

“Per i più giovani oggi ci sono soprattutto TikTok e Instagram. Facebook, Twitter, LinkedIn e gli altri social più “tradizionali” toccano altre fasce d’età e altre modalità di utilizzo. Esiste in Italia un largo utilizzo dei social da parte degli enti pubblici, siamo i primi a livello internazionale per numero di buone pratiche e ad avere una rete nazionale dedicata alla comunicazione e informazione digitale. Il lavoro che stiamo facendo da tempo è legato al passaggio dalla quantità alla qualità, come dicevamo prima ormai non conta più solo esserci ma soprattutto come stiamo su queste piattaforme. Il salto di qualità oggi si fa con l’interazione e il dialogo, con i giusti linguaggi, con la capacità di sapere usare al meglio gli strumenti. Anche i giovani sono sensibili, ma dobbiamo intercettarli, anche come settore pubblico, calandosi nella realtà delle piattaforme che usano più spesso. E’ un percorso che esiste già e che può essere migliorato ogni giorno con la voglia e l’obiettivo di innovare e di aggiornarsi costantemente. Il mondo dei social è sempre in movimento e la PA deve tenere il passo”.

 

Che invito desidera rivolgere in questo momento di contrazione economica e sociale ai giovani innovatori di Angi? Ritiene che impegno personale, competenze digitali diffuse, senso di responsabilità e iniziativa imprenditoriale siano sufficienti a consentire la ripartenza delle attività economiche del Paese dopo la pandemia?

“La ripartenza non sarà facile per nessuno, ma finita l’emergenza credo che il mondo del digitale e dell’innovazione sarà decisivo per la ripresa. Nel corso dell’emergenza stiamo tutti toccando con mano l’importanza di questo settore, che poi fa parte ormai da tempo della nostra vita quotidiana. L’invito è quindi a non fermarsi, a spingere ancora di più sull’acceleratore per correre sulla strada dell’innovazione. Già in questi giorni di emergenza, pur nelle difficoltà, c’è grande necessità di iniziativa imprenditoriale, senso di responsabilità e impegno per la diffusione del digitale e dei suoi strumenti. Finita l’emergenza ne avremo ancora più bisogno. Ringrazio Angi e i giovani innovatori per il lavoro che portate avanti, anche come PA Social ci mettiamo a disposizione per il nostro settore e sono sicuro che insieme potremo dare un contributo importante”.

 

Sta pensando a qualche iniziativa particolare da intraprendere in collaborazione con ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori?

“Con molto piacere abbiamo firmato una partnership che unisce PA Social e Angi in una collaborazione con l’obiettivo di portare avanti varie attività dedicate al digitale, alla comunicazione, all’innovazione. Anche i tanti protagonisti italiani della comunicazione e informazione digitale sono innovatori che spesso hanno dovuto affrontare ritrosie e difficoltà, ma con voglia di fare, impegno e professionalità, hanno saputo vincere e abbattuto muri. C’è ancora molto lavoro da fare, sia nel campo degli enti e aziende pubbliche che in quello delle imprese, serve un forte investimento in divulgazione, formazione, ricerca, competenze, organizzazione del lavoro, su tutto questo possiamo lavorare insieme fin da subito”.