Il pm: non apriremo la tomba di De Pedis, la verità in Vaticano

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    La verita’ sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sarebbe a conoscenza di personalita’ del Vaticano. E’ quanto riferiscono, secondo l’ANSA,  gli inquirenti della procura di Roma a proposito dell’inchiesta sul presunto rapimento della ragazza, figlia di una dipendente della Santa sede, avvenuto nel giugno 1983.

    Gli inquirenti, comunque, non avrebbero intenzione di aprire la tomba di Enrico De Pedis, nella basilica di Sant’Apollinare a Roma. Il boss della banda della Magliana potrebbe essere coinvolto nella vicenda. Non sarebbe intenzione degli inquirenti che indagano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, aprire la tomba dove è seppellito Enrico De Pedis, boss della cosiddetta banda della Magliana. Il corpo di De Pedis è sepolto all’interno della basilica di Sant’Apollinare. La verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sarebbe a conoscenza di personalità del Vaticano. È quanto riferiscono gli inquirenti della Procura di Roma a proposito dell’inchiesta sul presunto rapimento della figlia di una dipendente della Santa sede, scomparsa nel giugno del 1983. All’interno delle mura Leonine, secondo chi indaga, ci sarebbero personaggi ancora in vita che conoscono i misteri legati alla scomparsa della ragazza. Per gli inquirenti è certo che nella vicenda ebbero un ruolo alcuni esponenti della banda della Magliana forse già nel rapimento della ragazza (avvenuta il 22 giugno del 1983), ma più probabilmente nella gestione successiva. Nell’ inchiesta risultano indagati Sergio Virtù, Angelo Cassani, detto `Ciletto´, Gianfranco Cerboni, detto `Gigetto´: tutti soggetti che hanno fatto parte della Banda attiva a Roma tra gli anni `70 e ´80. Gli indagati sono stati individuati sulla base di una serie di riscontri oltre che dalle dichiarazioni di pentiti della banda. A dare impulso alle indagini furono alcune dichiarazioni fatte da Sabrina Minardi, ex compagna di Enrico De Pedis, finita anch’essa sotto in chiesta alla luce di affermazioni apparse contraddittorie

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