Basta migranti, va evitato il collasso del Paese

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    Basta migranti, va evitato il collasso del Paese –

    È ora di finirla e di pronunciare stentoreamente la parola basta! Usciamo dall’ipocrisia e cominciamo a dire per davvero le cose che tutti pensiamo.
    Dei migranti ne abbiamo le tasche piene e non ce ne importa più un tubo.
    Vadano dove vogliono, ma la smettano di puntare all’Italia quale meta preferita.

    Ce ne “strafrega” ancora di meno delle Ong (Organizzazioni non governative) e dei loro fasulli scopi umanitari.

    Non abbocchiamo più alle stolide rappresentazioni dei ricorrenti piagnoni che ancora continuano a sostenere la farisaica necessità di dover salvare in mare i migranti. I quali – ne siamo completamente convinti – non fuggono da zone di guerra e neppure dalla miseria, ma emigrano, quasi turisticamente, pagando prezzi ben cari agli scafisti per arrivare da noi e farsi mantenere da un Paese che si è meritato la fama, grazie a politici d’accatto, di essere sempre e per sempre disposto a ricevere chiunque.

    Chi salpa dall’Africa diretto a Lampedusa, o ad altri posti analoghi in Italia, dove risiedono politici e cittadini mentecatti pronti a spalancare loro le porte, non è più un disperato, ma solamente un oculato opportunista con la faccia “deratanica”, che intende approfittarsi della greppia esistente dove poter sfacciatamente mangiare gratis. Dobbiamo, una volta per tutte, se riusciremo a ritrovare la nostra testa ed un barlume di lucidità e di amore verso la nostra gente, finirla di farci impietosire dai falsi migranti. Gente straniera che farebbe meglio a rimanere a casa loro, evitando così di continuare a pesare su spalle, le nostre, già oltremodo caricate da improvvide, precedenti situazioni lasciate verificarsi.

    Per dirla in parole semplici e forse più chiare, ne abbiamo le scatole piene di continuare a recitare il ruolo di buonisti per compiacere Comunisti e 5Stelle e piagnucolose compagnie cantanti.

    Nessuno e per nessun motivo deve continuare ad infliggerci l’obbligo di dover ancora pagare il conto ben salato dell’immigrazione a discapito della nostra gente.

    I tunisini per ultimi e gli africani in genere, che desiderino avventurarsi nel Mediterraneo con obbiettivo il Bengodi della Penisola italica, ci penserebbero non una ma dieci volte prima di farlo, se vedessero nei fatti e realizzassero chiaramente che in Italia abbiamo cambiato avviso e rinunciamo a ripescare uomini e donne.

    Ci hanno ormai resi poveri politici e partiti, a causa della crisi economica provocata da banche ladre e dalla moneta unica, nonché da una Ue ottusa ed indifferente, e non abbiamo più, anche volendo, i mezzi per nutrire orde di famelici stranieri desiderosi solo di vivere a sbafo alle nostre spalle.
    Ragion per cui, una volta per tutte, fermiamo con decisione gli sbarchi senza tentennamenti, anche a costo di irritare Papa, parroci, curati e tutti quei progressisti che amano più di noi i popoli stranieri, magari islamici.
    Non se ne può più di assoggettarci all’umanitarismo straccione di gente che poi sfrutta gli extracomunitari per arricchirsi, creando un nuovo e ben remunerativo schiavismo mascherato.

    Facciamola finita, una volta per tutte, di farci continuare a prendere per i fondelli e di proseguire a far finta di strapparci i capelli per la povera gente di colore che lascia la propria terra, gente che ben sa che, a poche miglia dalla loro costa nativa, saranno posti in salvo ed issati su navi che li porteranno gratis in Italia, dove verranno presi in carico dalla pubblica beneficenza.

    Quella stolida beneficenza pubblica, ovviamente, finanziata e sostenuta da tutti noi contribuenti, ormai oltre misura straziati e resi poveri dal fisco.
    Non se ne può proprio più di tale situazione.

    Prevediamo, a breve, che inevitabilmente ci abbandoneremo inizialmente ad una massiva protesta ed, infine, alla inevitabile, conseguente non silenziosa ribellione. Pur non essendolo finiremo per diventare razzisti, altro che omofobi.

    E i partiti umanitari italiani, quelli predicatori dell’accoglienza, finalmente non prenderanno più un voto, ma doverosamente ed opportunamente molti calci nel loro poco riverito posteriore.

    Sarà quello un giorno, anzi il vero giorno di festa, che tutti attendevamo.

    Pier Francesco Corso

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