Istituto Comprensivo Nino Rota, mancano Oepa: genitori formano comitato

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Roma – Il Comune di Roma ha ridotto i fondi destinati agli Oepa, gli operatori Operatori Educativi per l’Autonomia, e cosi’ gli alunni disabili restano senza assistenza.

Un problema educativo ma anche organizzativo, che ricade sulle scuole, costrette a destinare parte degli insegnanti alle ore di sostegno, e sui genitori, che in assenza di un operatore non posso fare altro se non andare a riprendere i figli a scuola e riportarli a casa. Succede all’Istituto comprensivo ‘Nino Rota’ di Roma, ma la situazione e’ la stessa anche negli altri istituti romani.

“I fondi sono stati interrotti anche se l’anno scorso, con il lockdown, avevamo chiesto che le ore a disposizione venissero ‘congelate’ per poterne poi usufruire a settembre, ma questo non e’ avvenuto. Dove sono finiti quei fondi?”, commenta alla Dire la dirigente scolastica dell’istituto Rota, Graziella Bianco.

“Ci sono situazioni critiche, le famiglie sono disperate e anche per noi non e’ facile, perche’ siamo costretti a destinare una parte dell’organico, gia’ insufficiente, per fare assistenza”.

Prima della crisi pandemica, l’assistenza per gli alunni disabili veniva fornita dal Comune e distribuita nei vari Municipi in base alle esigenze. Nel Municipio XI, ricostruisce la dirigente, si e’ passati da massimo 18 ore settimanali ad alunno, alle 11 attuali.

Per sollevare la questione, e’ nato un ‘Comitato Unico dei Genitori’ che ha raccolto le famiglie del ‘Nino Rota’, con il sostegno anche degli isituti comprensivi ‘Fratelli Cervi’ e ‘Giuseppe Bagnera’, per una mobilitazione di circa 1400 famiglie.

“Riconoscere solo 10 ore significa non garantire dignita’ a ragazzi che non possono stare in classe senza operatore di assistenza di base (servizi igienici, mensa) e senza l’assistenza che permetterebbe loro di relazionarsi alla classe e sviluppare competenze per l’autonomia, tali da consentire il pari diritto allo studio”, scrive il comitato in una lettera inviata a Veronica Mammi’, presidente XI Commissione Capitolina Scuola.

“Le ore di assistenza riconosciute in base alle necessita’ degli alunni sono il risultato di una battaglia durata anni, in cui si sono battuti genitori, scuole e Consulta per la disabilita’, una al fianco dell’altra.”

“Tre mesi di lockdown e didattica a distanza hanno spazzato via tutto e creato disagi soprattutto alle famiglie degli alunni disabili, abbandonate durante questi mesi e private di ogni tipo di assistenza in presenza”. Oltre al disagio vissuto quotidianamente, infatti, ora per le famiglie si presenta lo spettro di un’altra chiusura scolastica.

E i genitori vogliono arrivarci con la garanzia che, in questo caso, gli assistenti possano andare nelle case degli alunni disabili. “Dal 9 marzo siamo abbandonati a noi stessi- dice Arianna Felicetti, presidente del comitato genitori- l’operatore e’ una figura diversa dall’insegnante di sostegno e svolge un compito importantissimo: quello di stabilire una relazione con il ragazzo o la ragazza. Ci aspettiamo che venga aumentato il monte ore e, in caso di didattica a distanza, auspichiamo che gli assistenti possano venire a casa”.

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