Sisma del 2016 in Italia centrale, bloccate le misure urgenti per la ricostruzione

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    Sisma del 2016 in Italia centrale, bloccate le misure urgenti per la ricostruzione –

    Il 24 agosto del 2016 un terremoto distrusse gran parte di circa 150 comuni dell’Italia Centrale fra Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo; nella notte fra venerdì e sabato scorso la Commissione Bilancio della Camera dei deputati ha bocciato il “pacchetto sisma”.

    Cioè misure urgenti e necessarie a far partire la ricostruzione.

    “ Tale decisione è inaccettabile, mortifica la sofferenza dei cittadini di oltre 130 Comuni, di quattro Regioni e deve essere rivista. Come coordinamento delle Anci terremotate abbiamo lavorato alla redazione di un documento di sintesi approvato in assemblea che il presidente Antonio Decaro ha portato in audizione al governo…”  ha dischiarato pubblicamente il Coordinatore di Anci Terremotate Maurizio Mangialardi, anche candidato del centro-sinistra alle prossime regionali Marche, ”…. Altrimenti sappiamo di poter contare sull’appoggio di 8.000 sindaci italiani già pronti ad essere mobilitati dal nostro Presidente Antonio Decaro…”

    “La scelta della Commissione Bilancio della Camera è il segno più evidente di come sia scemata nel tempo l’attenzione del governo sulle aree colpite dal sisma”. La dura nota del Segretario regionale delle Marche di Federcontribuenti, Maria Teresa Nori.

    “…E’ una offesa a tutti i terremotati ed a tutti gli amministratori del cratere”, ”adesso la misura è colma” gli fanno eco i Sindaci di Camerino e di Castelsantangelo sul Nera.

    Per il presidente dell’Anci regionale Abruzzo, Gianguido D’Alberto, “è inaccettabile il fatto che non siano stati discussi gli emendamenti, la cui gran parte è ad invarianza finanziaria, a costo zero, e non si capisce come il Governo non si sia reso conto della delicatezza della tematica legata alla ricostruzione post sisma 2016”.

    Gli emendamenti contenevano, tra le altre cose, la stabilizzazione del personale degli Uffici speciali, la proroga dello stato di emergenza dopo il 31 dicembre, l’aumento degli incentivi per i tecnici chiamati a nuovi adempimenti tra cui l’autocertificazione dei progetti e la destinazione del 5% dei fondi della ricostruzione pubblica a favore delle attività produttive del cratere.

    ” Siamo pronti a restituire le fasce tricolori al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, se il pacchetto di misure per le zone terremotate non verrà reinserito  nel dl Rilancio“, proclama Nicola Alemanno sindaco di Norcia, che spiega di parlare anche a nome di Sandro Sborgia e Mauro Sciapichetti, sindaci di Camerino e di Castelsantangelo: ”A questo punto intanto vogliamo conoscere immediatamente gli atti della Commissione e comprendere perché il pacchetto di misure sia stato estromesso dal decreto Rilancio. Ma vogliamo anche sapere chi tra i membri della Commissione ha dato parere negativo alle misure richieste“.

    Dopo tanto sdegno ecco le scuse comiche e le promesse ridicole dell’on. Stefania Pezzopane (nella foto): “…ecco cosa ha bloccato il decreto, ma rimedieremo. Un decreto da 55 miliardi, qualcosa non è andato come immaginavamo. Ci sono rimasta male. Il problema è che non è arrivato venerdì pomeriggio il parere finale del ministero dell’Economia. Di alcuni emendamenti sono io la prima firmataria figuriamoci se non volevamo approvarli. Eravamo tutti ottimisti, ne avevo parlato anche con la presidenza del Consiglio. Poi il rinvio”.

     Angelo Pennacchioni

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